Riduzione del 30% del premio dovuto all’Inail per tutte le imprese che per 2 anni non abbiano registrato infortuni, attribuibili a colpa del datore di lavoro. Gli infortuni mortali in Italia passati dai 1.546 del 2001 ai 1.207 del 2007.
Riduzione del 30% del premio dovuto all’Inail per tutte le imprese che per 2 anni non abbiano registrato infortuni, attribuibili a colpa del datore di lavoro. Gli infortuni mortali in Italia passati dai 1.546 del 2001 ai 1.207 del 2007 .
Premi alle imprese virtuose. Ovvero, una riduzione pari al 30% del premio dovuto all’Inail per tutte le imprese che per almeno due anni non abbiano registrato tra i propri addetti infortuni, attribuibili a colpa o dolo del datore di lavoro, che abbiano causato morte, lesioni gravi o invalidità permanente. Questo l"obiettivo della proposta di legge presentata alla fine dello scorso anno in Parlamento dalla deputata Catia Polidori (Pdl) e illustrata oggi a Roma nel corso della tavola rotonda "Morti bianche e sicurezza sul lavoro: una proposta per responsabilizzare e incentivare", a cui ha preso parte anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. "Quella degli infortuni sul lavoro è una vera e propria piaga sociale" ha detto Polidori. "Ma non è semplicemente istituendo una procura nazionale sulla sicurezza sul lavoro o una stretta sanzionatoria che si risolve il problema degli incidenti". La via da intraprendere per la parlamentare del Pdl è dunque quella della "corresponsabilizzazione" tra imprese, lavoratori e sindacati. "Occorre una formazione adeguata che non può però essere demandata a una dispensa di 15 pagine o al lavoratore più esperto", ha detto. "La proposta di legge – ha precisato – intende infatti liberare alcune risorse perché il datore di lavoro abbia maggiore liquidità per investire in formazione e informazione".
"Io credo nel patto tra imprese e lavoratori", ha ribattuto il parlamentare del Pd ed ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, intervenuto anche lui alla tavola rotonda. Damiano ha precisato però che usare la mancanza di incidenti sul lavoro come unico criterio per stabilire quali siano le imprese virtuose "da premiare" può rivelarsi rischioso. Per Damiano, infatti, il criterio deve abbracciare gli investimenti e l’impegno adottati dalle imprese. "La qualità, la sicurezza, la trasparenza e la stabilità dei lavoratori hanno un costo per l"impresa" ha detto poi l’ex ministro del Lavoro. "In Italia spendiamo il 3% del Pil per gli infortuni, le morti sul lavoro e le invalidità permanenti. Se spostassimo questi costi prima che si verifichino gli incidenti sarebbe una cosa vantaggiosa per tutti". "Esistono tre grandi questioni che dobbiamo far sì che lo Stato non debba mai delegare: la sanità, la sicurezza e l’istruzione", ha dichiarato la segretaria generale dell’Ugl, Renata Polverini. "La bilateralità non deve porci davanti a questioni alle quali poi non sappiamo rispondere – ha chiarito -. Non dobbiamo far abdicare lo Stato rispetto a ruoli che solo esso può avere".
Alla tavola rotonda è intervenuto anche il direttore generale dell’Inail, Alberto Cicinelli, che ha ricordato le tristi cifre degli infortuni sul lavoro. "L’andamento infortunistico è passato da 1 milione e 23 mila infortuni del 2001 ai 912 mila del 2007". Anche gli infortuni mortali hanno visto una tendenza al decremento negli ultimi anni, passando dai 1.546 del 2001 ai 1.207 del 2007 con una previsione di 1.150 vittime per il 2008. "Il fenomeno delle malattie professionali sta invece avendo un andamento divergente rispetto a quello degli infortuni – ha precisato -. Le malattie professionali stanno infatti registrando picchi notevoli.
Fonte: www.superabile.it (INAIL)