L’assemblea delle cooperative sociali di Legacoop, tenutasi il 5 marzo a Cagliari, ha affrontato i principali problemi della cooperazione sociale in Sardegna e dato un nuovo impulso al ruolo dell’Associazione ed all’iniziativa sulle gravi questioni ancora irrisolte
Il bilancio di un’attività che vive i giorni duri della crisi della finanza e dell’economia viene fatto a Cagliari il 5 marzo, nel corso dell’assemblea regionale dei cooperatori sociali aderenti alla Lega.
Sono quasi tremila i soci e i dipendenti delle 135 imprese di Legacoopsociali che ogni giorno si occupano di assistenza agli anziani, ai diversamente abili, a pazienti affetti da malattie psichiatriche. E nuove frontiere si sono aperte per chi si occupa del reinserimento sociale degli ex detenuti, di tossici, alcolisti, e di quelli che Franco Basaglia, il protagonista delle chiusura dei manicomi, chiamava matti.
Nel 2007 le cooperative sociali aderenti a Legacoop – racconta Enzo Porcu, responsabile regionale di Legacoopsociali – hanno consolidato un valore di produzione di ottanta milioni di euro, ma è possibile un forte ampliamento di questa cifra. L’importante è saper innovare, modernizzarsi puntando su settori difficili e accettando il confronto con il mercato».
«Troppo spesso veniamo trattati come semplici fornitori, e neppure privilegiati – polemizza Enzo Porcu – da poteri pubblici che ci hanno penalizzato con tariffe basse e infliggono colpi durissimi all’equilibrio finanziario ed economico delle nostre imprese con il crescente ritardo nei tempi di pagamento. Non lo dico per spirito di lamentazione, ma perché la carenza di risorse impedisce a molte cooperative di modernizzarsi e qualificare ancora meglio la propria attività, essenziale se si vogliono garantire servizi avanzati ai più disagiati».
Anche in Sardegna – come sostiene il presidente regionale di Legacoop Antonio Carta – “il nodo è passare dall’assistenza al mercato. Il nodo è inventarsi il lavoro”. «Non è semplice in una terra dove la disoccupazione e il precariato sono una vera e propria piaga – dice Elisabetta Caschili – ma bisogna provarci».
Occorre un’iniziativa che, come sostiene il vice-presidente nazionale di Legacoopsociali Sergio D’Angelo, affronti i nodi della storica arretratezza del Meridione e faccia emergere il contributo positivo che la cooperazione sociale già offre al welfare, alla coesione sociale del Paese, alla sua economia ed all’occupazione. Un nodo di questioni che investe profondamente anche i territori della nostra regione, le cui politiche di sviluppo fanno diffusamente affidamento al ruolo positivo della cooperazione sociale, come ha sottolineato Pino D’Antonio di Legacoopsociali di Nuoro.
L’occasione è stata utile anche per la presentazione del sito www.legacoopsocialisardegna.it, svolta da Andrea Pianu, della cooperativa sociale CTR.
, del regista Manfredonia, ispirato alle vicende lavorative di un gruppo di pazienti psichiatrici e, a partire dalle sollecitazioni del film, si sono confrontati – in una tavola rotonda coordinata da Giancarlo Ghirra – con lo sceneggiatore, alcuni attori, Gisella Trincas dell’ASARP, Giuseppe Zoccheddu direttore dell’Istituto penale minorile di Quartucciu, la dott.ssa Giovanna Del Giudice ed una rappresentanza della Cooperativa sociale Noncello di Udine.