Sassari: gli esiti del ?tavolo? sul carcere
Sassari: gli esiti del ?tavolo? sul carcere

La Garante dei detenuti del Comune di Sassari, Cecilia Sechi, ha espresso una valutazione di grande apprezzamento sui lavori del Tavolo congiunto sulle tematiche penitenziarie, riunitosi mercoledì 13 febbraio.

Oltre tre ore di confronto con l’unico obiettivo di condividere informazioni e affrontare insieme tutte le criticità legate al mondo carcerario.
Hanno partecipato le istituzioni coinvolte a vario titolo con la realtà carceraria e tutti i rappresentanti istituzionali hanno manifestato l’esigenza di  proseguire il percorso di confronto attivato con il primo incontro del tavolo che sarà aperto anche ad altre realtà del territorio, a seconda delle tematiche trattate.
Tra i temi affrontati durante l’incontro, in particolare, quello legato alla necessità di impegnare in attività di socializzazione i detenuti all’interno delle carceri: la permanenza in una struttura carceraria di un detenuto inoperoso e privato di responsabilità  e conseguente dignità,  determina la possibilità di recidiva  che oscilla dalle cinque alle sette  volte maggiore, rispetto ai detenuti che invece sono impegnati in percorsi di studio, socializzazione e lavoro.
Il tavolo ha voluto porre l’accento anche sulla difficile gestione e – nella maggior parte dei casi –  non efficace trattamento dei tossicodipendenti all’interno del carcere. E’ necessario individuare comunità di cura e socializzazione che pongano sempre come condizione imprescindibile di questa particolare categoria di detenuti,  il coinvolgimento in attività lavorative o formative. Così come rimane cruciale l’abuso della custodia cautelare nelle strutture penitenziarie e quello relativo all’accompagnamento dei  detenuti maggiormente deprivati di risorse familiari ed economiche nel momento della loro  uscita dal carcere.
Nonostante le condizioni strutturali del carcere di San Sebastiano, attualmente, un gruppo di dieci detenuti segue un corso di digitalizzazione e archiviazione del materiale della vecchia colonia penale di Tramariglio, mentre un’altra decina di loro è impegnata nel lavoro esterno con rientro in carcere,  presso lo stagno di Platamona.

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