Una proposta di lavoro di Legacoopsociali Sardegna, rivolta alle imprese aderenti, sui temi e le sfide della comunicazione per la cooperazione sociale nella nostra regione.
Per iniziativa del Coordinamento di Legacoopsociali Sardegna il 27 giugno si è svolta ad Oristano, ospitata da Legacoop, una riunione delle cooperative sociali dedicata ai temi della comunicazione.
Insieme a diverse cooperative, hanno partecipato alla riunione Giuseppe Manzo, responsabile dell’ufficio stampa e comunicazione di Legacoopsociali, Andrea Pianu e Giorgio Pintus, del Coordinamento regionale di Legacoopsociali.
L’obiettivo della riunione era la definizione di un percorso che porti ad un innalzamento nella capacità delle cooperazione sociale sarda nell’utilizzo degli strumenti di informazione e comunicazione.
Giuseppe Manzo ha calorosamente invitato le cooperative sociali sarde ad avvalersi degli strumenti nazionali di comunicazione, in particolare del sito di Legacoopsociali, del giornale online nelPaese.it e del Giornale radio sociale, come strumenti disponibili e pienamente agibili per le proprie iniziative.
Nella riunione è, ancora una volta, emersa la ricchezza delle iniziative promosse dalle cooperative sociali nei propri territori, che potrebbero e dovrebbero essere rese oggetto di informazione e comunicazione non solo verso le comunità locali più direttamente coinvolte ma anche verso l’intera cittadinanza regionale e, in generale, verso il mondo della cooperazione e il più ampio arcipelago dei soggetti operanti nel welfare locale e nazionale.
Il focus della nostra discussione si è quindi concentrato su come attivare e sviluppare azioni di comunicazione sui temi condivisi dalle cooperative sociali.
In estrema sintesi, la scelta adottata dalla riunione, ora sottoposta alla valutazione ed adesione più ampia, è quella di invitare tutte le cooperative sociali sarde ad una partecipazione attiva e propositiva ad un gruppo di lavoro regionale sulla comunicazione, di natura e con funzioni operative, che a breve termine possa anche costituire la “redazione diffusa” del sito di Legacoopsociali Sardegna e porre le basi per ulteriori azioni, compreso un impegno per il rafforzamento delle competenze dei “comunicatori”.
Naturalmente le nostre cooperative sociali condividono con le altre imprese cooperative molte delle criticità che investono il mondo della cooperazione, con le importanti caratterizzazioni derivanti dagli specifici campi di intervento delle cooperative sociali di tipo A e di tipo B.
Le cooperatrici ed i cooperatori, infatti, si confrontano quotidianamente con i problemi, le contraddizioni e le tendenze delle politiche sociali, socio-sanitarie e socio-assistenziali, con i temi della riorganizzazione del welfare locale, con gli effetti delle scelte di destinazione delle risorse pubbliche, con la sfida ad affermare un ruolo positivo della cooperazione nei processi di inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati.
Un contesto di grande complessità, segnato dall’influenza dei processi politici e dalle scelte amministrative adottate ai diversi livelli territoriali e istituzionali.
In questa fase appare più che mai necessario attrezzarsi per influenzare la formazione delle politiche pubbliche, invitando le cooperatrici ed i cooperatori ad affilare le proprie armi politico-culturali, assumendo un atteggiamento distante da ogni autoferenzialità (aziendale, associativa, professionale …) e solidamente orientato dalla volontà di trovare il modo di “essere utili”.
Utili, evidentemente, alle nostre cooperative, al movimento cooperativo, alle comunità sociali in cui operiamo, alle persone che lavorano nei nostri progetti ed agli utenti dei servizi che gestiamo.
Peraltro, sarebbe bene partire dal riconoscere che già facciamo moltissimo e che, semmai, dobbiamo imparare a comunicarlo meglio.
Pensiamo, per esempio, a cosa rappresentano già oggi le cooperative sociali, anche in Sardegna, per il benessere sociale che producono, per l’occupazione giovanile e femminile che in esse si realizza, per il loro sostegno alla coesione sociale nelle comunità locali, per l’essere parte di ogni strategia di sviluppo locale dei nostri territori, per il fatto di realizzare modelli di impresa caratterizzati da legalità, trasparenza e non lucratività.
Ma pensiamo anche a quanto potremmo fare, per favorire un’occupazione qualificata e socialmente sensata, per esempio nel campo del turismo accessibile, dell’agricoltura sociale, dell’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro oltre che, ovviamente, per qualificare ulteriormente e per consolidare i livelli essenziali di assistenza sociale nella nostra regione.
Operare in settori così complicati ed amministrati politicamente ci pone diverse sfide, alcune delle quali investono direttamente la capacità di comunicare strategicamente delle nostre cooperative sociali e della stessa Associazione.
La prima sfida è quella di influire sulle scelte di allocazione delle risorse pubbliche, dimostrando, con la logica e gli strumenti della rendicontazione sociale, l’effetto moltiplicatore delle risorse destinate alle cooperative sociali, sotto il profilo del benessere sociale prodotto e dei benefici occupazionali.
La seconda sfida, in coerenza con le scelte di Legacoop, è quella di essere ed apparire imprese della legalità e del “lavoro decente ”.
La terza sfida è quella di partecipare all’innovazione del welfare, sperimentando progetti, interventi e nuove iniziative, rilanciando quella capacità progettuale che è stata alla base, negli ultimi trent’anni nella nostra regione, della nascita di molti servizi oggi divenuti essenziali. Ferma restando la necessità di un confronto con le Istituzioni regionali sui temi della destinazione e della composizione della spesa sociale, si tratta anche di prendere atto della tendenza alla riduzione delle risorse pubbliche per il welfare. Occorre diminuire, quindi, almeno in parte, la dipendenza delle nostre imprese dai trasferimenti pubblici e dagli appalti.
La quarta sfida è quella di radicare la cooperazione sociale. Dobbiamo imparare a riconoscere e comunicare i fatti socialmente rilevanti che ci coinvolgono ogni giorno nei nostri territori e che restano sconosciuti ai più. Dobbiamo e, con l’aiuto delle nuove tecnologie e dei social network, possiamo rivolgerci non solo agli apparati istituzionali e sociali ma anche alla cittadinanza ed alla pubblica opinione.
Poiché attraversiamo una crisi gravissima e siamo costretti ad una posizione sostanzialmente difensiva, dobbiamo chiederci e chiedere al nostro movimento: qual’è la nostra linea rossa? Le nostre attività non sono delocabilizzabili ma possono essere cessate, come dimostra l’inqualificabile decisione assunta in questi giorni dal Comune di Quartu Sant’Elena, terza città dell’isola, di cessare l’erogazione del Servizio di assistenza domiciliare per gli anziani ed i non autosufficenti.
Davanti a simili scenari amministrativi e perdurando la mancata definizione dei Livelli essenziali di assistenza sociale, quali sono i nostri atteggiamenti, comportamenti ed iniziative quando vengono chiusi importanti servizi essenziali, quali strumenti di reazione attivamo, come facciamo lobby, trasparente e nell’interesse generale, quali sono le nostre armi, incruente, non violente ma efficaci ed incisive ?
La proposta che viene dalla riunione svolta ad Oristano è quella di contribuire attivamente alle iniziative di comunicazione di Legacoop Sardegna e di LegacoopSociali ad ogni livello, di creare una rete regionale di comunicazione sociale, per far pesare di più le idee, le proposte e gli interessi della cooperazione sociale. Si tratta insomma di fare in modo che le cooperative sociali divengano esperte in comunicazione strategica.
Questa è la sfida che ci proponiamo per aiutare le nostre imprese a diventare più competitive.
Giorgio Pintus
Coordinamento Legacoopsociali Sardegna
Responsabile comunicazione e informazione