Presa di posizione di Regioni, Province autonome ed ANCI contro i tagli della spesa sociale decisi dal Governo nazionale. In allegato il documento delle Regioni.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime molta preoccupazione e disagio:
1. per l’andamento che hanno assunto i finanziamenti nazionali a favore delle Politiche Sociali e della Famiglia: a partire dal mancato rifinanziamento del Fondo per le non Autosufficienze, che sta creando gravi problemi a tutte le regioni ma soprattutto ai non autosufficienti, al Fondo Nazionale Politiche Sociali, già fortemente penalizzato con i tagli alla finanza regionale del 2010, che ha subito una ulteriore decurtazione, di 55 milioni di euro rendendolo pari al 47% di quanto è stato erogato nel 2010, a sua volta già molto decurtato rispetto le precedenti annualità.
Stessa sorte hanno subito i Fondi per la Famiglia, già dimezzati rispetto al 2010, ed ora ulteriormente ridotti di 25 milioni di euro. Anche per le Politiche Giovanili a fronte di un Accordo Quadro che doveva garantire un triennio (2010/2012) i finanziamenti del 2011 e 2012 non sono oggi reperibili nel bilancio statale.
Anche se tecnicamente i “tagli” citati, sono considerati accantonamenti, è certo che in oggi tali finanziamenti non sono disponibili e non possono essere erogati alle Regioni e da queste ai Comuni. Ciò, provoca gravi disagi alle Amministrazioni ma soprattutto, ridurrà le prestazioni a favore delle fasce deboli, in un momento, dove non è difficile osservare che i problemi sociali e delle famiglie sono in aumento e non in diminuzione.
2. sul tema del rispetto dei ruoli fra livelli istituzionali e sussidiarietà orizzontale. Per quanto riguarda, ad esempio, la sperimentazione della Social Card, che il decreto Milleproroghe attribuisce ad enti caritativi che dovranno assegnarla direttamente alle persone in condizione di bisogno, non vengono rispettate le competenze, “bypassando”la programmazione regionale e il principio di “leale collaborazione” tra livelli istituzionali, già introdotto dalle modifiche del Titolo V della Costituzione e maggiormente sottolineato dalla legge 42/2009 sul Federalismo fiscale e amministrativo.
3. La instabilità dei finanziamenti e l’utilizzo di parte dei Fondi nazionali ad uso ministeriale è inappropriata anche in ordine ad una concreta responsabilità federale, soprattutto in un Settore (Politiche Sociali e Famiglia) dove il livello locale è determinante per rispondere ai bisogni dei cittadini nelle formule più moderne di responsabilità della comunità sociale. In queste condizioni sarà problematico individuare Livelli Essenziali congrui e stabilmente supportati sul piano dei costi.
Anche sul versante del Servizio Civile la situazione di pesante sbilancio, sia in termini finanziari che organizzativi, verso un’organizzazione centrale, è di elevata criticità e richiede un rilettura delle competenze che le Regioni attendono da tempo.
4. La riproposizione di interventi diretti da parte dei Ministeri, ignorando le potestà regionali mortifica il ruolo delle regioni, così come l’approvazione di interventi “spot” difficilmente inquadrabili nella risposta a diritti e nella continuità delle azioni, porta lontano da un quadro di LEP, come recentemente riproposto dal Decreto sul Federalismo regionale, dove le Regioni hanno dimostrato larga collaborazione.
In base a quanto rilevato, le Regioni chiedono:
– che il percorso verso un Federalismo reale, porti lo Stato a trovare con le stesse e con le Autonomie Locali, la più ampia collaborazione, nel rispetto dei ruoli, per giungere alla definizione dei LEP in un quadro di rapporti responsabili e chiari, al fine di poter offrire ai cittadini più vulnerabili, le risposte dovute, definendo, ai sensi della lettera m) dell’articolo 117 della Costituzione, diritti civili e sociali attenti alla più ampia cittadinanza europea.
– che vengano ripristinati i fondi con la capienza individuata nel difficile percorso dalla Legge di stabilità finanziaria al Decreto Milleproroghe.
Roma, 5 maggio 2011