Il progetto prevede che 70 donne sarde attive nel sociale e nella sanità frequentino un master universitario sulla salute mentale, arricchito di contenuti sulla salute mentale della donna. Le spese di iscrizione saranno totalmente supportate dal progetto.
E’ stato presentato il 13 marzo a Cagliari il progetto “Meditpsycare-Donna” nato da una collaborazione fra la Commissione Pari opportunità presso la Presidenza della Regione Sardegna e l’Università di Cagliari.
Il progetto prevede che 70 donne sarde attive nel sociale e nella sanità frequentino un master universitario sulla salute mentale, arricchito di contenuti sulla salute mentale della donna. Le spese di iscrizione saranno totalmente supportate dal progetto (45 donne il primo anno, 5 in ciascuno dei 5 anni successivi). La modalità (in gran parte on-line) di fruizione del corso consentirà la frequenza a donne che lavorano.
Nell’ambito di Meditpsycare-Donna, inoltre, l’Università di Cagliari produrrà, in collaborazione con centri di eccellenza mediterranei, 5 moduli didattici (fruibili on-line) sul benessere psicosociale della donna. I temi saranno: la donna, i cambiamenti della società e le problematiche psicologiche nel mondo del lavoro; la donna e il ciclo di vita, la sindrome pre-mestruale, la depressione post-partum, la menopausa; l’adolescenza; la storia delle cure in salute mentale da una prospettiva femminile; la donna e l’emigrazione.
Il benessere psicologico della donna è un obiettivo sociale perché non solo la donna ha diritto ad una vita di qualità ma anche perché l’eventuale malessere della donna si ripercuote sui figli, sulla famiglia e quindi, su tutta la società. La sofferenza psicologica è un elemento caratterizzante la nuova società. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la depressione rappresenti la seconda causa di disabilità nel mondo dopo i disturbi cardiovascolari. Il fatto che la depressione sia più frequente nelle donne è un fatto appurato: le donne manifestano infatti una frequenza più che doppia rispetto ai maschi. Ogni 10 depressi, 7 sono donne. Il rischio al femminile riguarda anche i disturbi d’ansia e, soprattutto nelle adolescenti, i disturbi della condotta alimentare, come la bulimia e l’anoressia, condizioni che presentano una frequenza nelle donne 10 volte superiore rispetto all’uomo. Secondo alcuni studiosi tali disturbi alimentari sono l’emblema della società dell’apparire. Di una società che esaspera la competitività e dove l’immagine sembra rappresentare l’elemento più importante.
Gli esperti dicono che fattori bio-psico-sociali, cioè l’interazione fra elementi ormonali correlati al ciclo di vita (si pensi alla celebre depressione post partum), e psicosociali, come la maggiore esposizione allo stress in una società che cambia, determinerebbero la vulnerabilità al femminile.
Formare donne impegnate nel sociale a una attenzione al benessere della donna è l’obiettivo di questo progetto, bisogna imparare a curare e, soprattutto, lavorare sul sociale per prevenire. Le azioni per raggiungere questo obiettivo sono il permettere a 70 donne sarde la frequenza di un master in salute mentale e l’arricchire i contenuti di questo master con 5 moduli formativi sulla salute mentale della donna.
Questi moduli saranno diffusi in tutta l’area mediterranea attraverso i centri di eccellenza individuati e le università che collaborano al progetto. È quindi un’azione nella quale la Commissione Pari opportunità, nel lavorare per le donne sarde, si pone al centro di una azione di sensibilizzazione di tutto il bacino mediterraneo.