L’organizzazione nel suo rapporto ‘Going for Growth 2013’: per la ripresa necessario continuare nella riforma del lavoro e ridurre le barriere regolatorie e statali alla concorrenza. E ancora: produttività del lavoro modesta e troppa evasione fiscale.
L’Italia deve proseguire sulla riforma del lavoro, rendendolo più flessibile, ma anche aumentare la concorrenza e ridurre la pressione fiscale diretta sui lavoratori. Sono queste le raccomandazioni maggiori dell’Ocse rivolte al nostro paese. Nel rapporto ‘Going for Growth 2013′ si legge chiaro e tondo: "L’Italia prosegua la riforma del mercato del lavoro, rendendo più flessibili le assunzioni e i licenziamenti e accorciando i tempi dei procedimenti giudiziari, realizzando contemporaneamente la rete universale di protezione sociale gia’ in programma".
La situazione dei conti italiani, tra l’altro, non è per niente buona. Negli ultimi anni in Italia "il Pil pro capite ha continuato a contrarsi, collocandosi ben al di sotto della media superiore dell’Ocse". Nel rapporto l’organizzazione internazionale sottolinea inoltre come nel paese "nonostante un aumento dell’intensità di capitale, la crescita della produttività del lavoro è stata modesta e l’utilizzo della forza lavoro rimane basso".
Per questo, in Italia sarebbe opportuno "ridurre le barriere regolatorie e statali alla concorrenza", in quanto ciò "stimolerebbe la crescita degli investimenti e della produttività". "Nel 2011 e nel 2012 sono state definite alcune priorità di riforma", sottolinea l’Ocse, "che hanno consentito di ottenere miglioramenti significativi in materia di regolamentazione del mercato dei prodotti, tramite in particolare l’introduzione di nuovi organi di vigilanza, la liberalizzazione di alcuni settori di servizi e nuove disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro". Tra le priorità indicate dall’Ocse all’Italia per riprendere la strada della crescita, c’è proprio quella di “migliorare l’efficienza del sistema tributario”. “Il cuneo fiscale sui lavoratori a basso reddito – afferma l’organizzazione – è elevato, il codice fiscale è estremamente complicato e l’evasione è alta”. Tra le azioni intraprese finora, l’Ocse cita “alcuni aumenti necessari delle tasse” che riguardano “soprattutto le imposte indirette” e ricorda l’introduzione dell’Imu.
Ora, tra le raccomandazioni per il futuro, c’è quella di "ridurre le distorsioni e gli incentivi all’evasione diminuendo le alte aliquote fiscali nominali ed eliminando le spese fiscali". Roma dovrà inoltre "tassare una più ampia gamma di esternalità ambientali e riaffermare la volontà di evitare i condoni fiscali". Infine, "quando la situazione fiscale lo permette, ridurre la tassazione diretta sul lavoro".
Fonte: www.rassegna.it