Obama: La riforma sanitaria costa meno delle guerre di Bush
Obama: La riforma sanitaria costa meno delle guerre di Bush

Discorso a sessione congiunte della Camera dei rappresentanti e del Senato: «Siamo l’unica democrazia al mondo che non garantisce la copertura medica universale ai suoi cittadini».

WASHINGTON – Con un discorso a sessione congiunte della Camera dei Rappresentanti e del Senato, Barack Obama ha lanciato un appassionato appello ai congressisti perché approvino subito una riforma che trasformerà in maniera sostanziale il sistema sanitario statunitense e il mercato delle assicurazioni. «Siamo l’unica democrazia al mondo che non garantisce la copertura medica universale ai suoi cittadini» ha detto Obama nel suo atteso intervento, trasmesso anche in diretta televisiva, accolto a tratti da grandi applausi; e se non si agisce subito sulla riforma sanitaria, molti americani potrebbero pagare con la vita.

 

COSTERA MENO DELLE GUERRE IN IRAQ E AFGHANISTAN – La riforma della sanità pubblica americana proposta dalla Casa Bianca «costa meno di quanto abbiamo speso per le guerre in Iraq e in Afghanistan» ha poi indicato al Congresso il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, quantificando i costi della riforma in «circa 900 miliardi di dollari in 10 anni». L inquilino della Casa Bianca ha ricordato che anche gli sgravi fiscali offerti ai più ricchi dal suo predecessore George W. Bush e approvati dal Congresso all inizio della legislatura in questione sono costati molto di più. Sulla riforma proposta, Obama ha detto che «molti dei costi prospettati verranno pagati con denaro già speso, ma speso male, nel sistema previdenziale attuale. Il piano non aumenterà il nostro deficit». La riforma costerà 900 miliardi di dollari nellarco dei prossimi dieci anni. Obama ha chiarito che il piano non aumenterà di un solo dollaro il deficit pubblico. "Il motivo per cui ho trovato un debito da mille miliardi di dollari entrando alla Casa Bianca è che troppe delle iniziative prese nellultimo decennio non avevano copertura finanziaria e io non farò lo stesso errore per il sistema sanitario".

«FINITO IL TEMPO DEI BISTICCI» – Obama ha aggiunto che «è ora di mettere da parte i litigi» e chiesto azioni rapide perché si è più vicini che mai all obiettivo della riforma: al traguardo, ha detto, ci sarà un sistema che migliorerà la stabilità di coloro che sono già assicurati e allargherà le opzioni per quelli che oggi non possono contare su una copertura sanitaria. «Credo che ci sia un ampio consenso su questi aspetti del piano», sebbene «persistano divergenze su dettagli significativi». Quanto ai critici della sua proposta, li ha accusati di usare tecniche dilatorie invece di un onesto e concreto dibattito: «Non perderò tempo, con coloro che sono giunti alla conclusione che è meglio cancellare questo piano che tentare di migliorarlo». «Non manterrò le braccia incrociate mentre gli interessi particolare usano le stesse tecniche trite per mantenere le cose esattamente come stanno. Se confonderanno il contenuto del piano, gli chiederemo le prove». «Non sono il primo presidente che prende a cuore questa causa, ma sono determinato a essere l ultimo» Nel suo discorso, Obama ha ripetuto sostanzialmente quello che aveva già detto a più riprese; ma ha tentato di vincere le resistenze di un Congresso spaccato tra quelli che appoggiano con entusiasmo un maggiore intervento dello Stato nel settore sanitario, ovvero la maggior parte dei democratici, e quelli che si oppongono a qualsiasi intervento dello Stato nel settore. «Il tempo dei bisticci» è l avvertimento del presidente, «è finito. E così il tempo dei giochetti. È il momento di agire».

Corriere della Sera, 10 settembre 2009

 

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