Nuove prospettive per le cooperative e aziende sarde in Marocco
Nuove prospettive per le cooperative e aziende sarde in Marocco

Un report della missione organizzata da Legacoop Cagliari nella regione della Chaouia, dove ha condotto i rappresentanti di 25 tra cooperative ed aziende del cagliaritano. “Abbiamo una grande speranza in questa vostra missione”, ha spiegato il Walì della Regione

Un Paese dalle grandi potenzialità e dalle altrettanto grandi contraddizioni. Questo è il Marocco, unico stato del nord dell’Africa restato immune dalla cosiddetta primavera araba, in cui il Re Muhammad VI sta conducendo un’imponente e difficile politica di crescita economica, con l’obiettivo di ridurre le enormi sacche di povertà che ancora lo caratterizzano. In questo contesto si è svolta ma missione di internazionalizzazione e cooperazione organizzata da Legacoop Cagliari, dal 19 al 23 giugno, nella regione della Chaouia Ouardigha, dove ha condotto i rappresentanti di 25 tra cooperative ed aziende del cagliaritano, per una serie di incontri ufficiali e sopralluoghi.

 

La Chaouia-Ouardgha, con la quale la Regione Sardegna nel 2005 ha firmato un Accordo di collaborazione, si trova in posizione strategica al centro del Marocco, fra Rabat e Marrakech e si affaccia sul mare con due importanti porti. E’ divisa in tre grandi province e rappresenta un quinto della produzione mondiale di fosfati, e lì si concentra il 67% dell’industria del Marocco.

 

Il progetto di Legacoop Cagliari, realizzato con il fondamentale aiuto della associazione Sandalia Onlus che da dieci anni opera in Marocco, punta sulla cosiddetta internazionalizzazione etica, perché oltre alla possibilità per le aziende coinvolte di trovare nuovi sbocchi commerciali, una parte degli eventuali utili sarà reinvestita in progetti di cooperazione nel territorio.

 

I due settori individuati sono stati quelli delle costruzioni e della filiera dell’ovi-caprino, perché meglio rispondevano alle esigenze emerse dai confronti con i rappresentanti della regione della Chaouia.

 

Giovedì 20 giugno si è svolta la prima giornata di incontri, nella sede del governatorato  città di Settat,capoluogo della Chaouia, dove la delegazione sarda è stata ricevuta dalla più alta carica istituzionale della regione, il Wali (Governatore) Bouchaib El Moutawakkil.

 

Dopo i saluti di rito e uno scambio di doni con il presidente della Legacoop Cagliari, Gianni Locci, il Wali ha voluto ribadire la grande attenzione per un progetto che serve a far crescere la cooperazione tra Sardegna e la regione di Chaoiuia, ponendo l’accento su uno degli aspetti principali della missione organizzata da Legacoop Cagliari, quello della internazionalizzazione etica “La nostra intenzione è quella di favorire progetti che durino nel tempo. Siamo consapevoli che troppo spesso lo sviluppo economico non è cresciuto di pari passo con lo sviluppo sociale della nostra popolazione. Anche il Re Muhammad VI, ha continuato El Moutawakkil, è cosciente dell’importanza dello sviluppo umano del nostro Paese ed ha lanciato una grande campagna proprio su questi obiettivi, che sono la lotta alla povertà nelle zone rurali, la lotta all’esclusione sociale nei centri urbani e in generale alla povertà in tutte le sue forme”.

 

“Abbiamo una grande speranza in questa vostra missione, ha concluso il Wali, perché possiate replicare da noi le eccellenti esperienze della Sardegna e anche perché possiate conoscere le nostre eccellenze”

 

Il presidente di Legacoop Cagliari, Gianni Locci, ha portato il saluto dell’Italia e della Sardegna al Governatore della Chaoiuia e nella sua persona al Re Muhammad VI “le cui politiche lungimiranti stanno permettendo al Marocco di compiere grandi passi in avanti”.

 

“Anche in Sardegna, ha ricordato Gianni Locci, a partire dagli anni sessanta le politiche di aiuti comunitari, hanno permesso alla nostra regione di diventare il primo produttore al mondo di formaggio pecorino e di distinguersi per altre eccellenze dell’agroindustria. E queste competenze vogliamo mettere a vostra disposizione, insieme con quelle maturate nel settore delle costruzioni, che ci permettono di realizzare progetti civili e industriali di grande livello”.“Il nostro progetto intende creare investimenti che migliorino la qualità della vita della popolazione locale e anche opportunità di lavoro per le venticinque aziende che abbiamo coinvolto in questa missione. Inoltre parte degli eventuali utili prodotti, saranno reinvestiti in progetti di cooperazione etica della associazione Sandalia Onlus, che è nostra partner”.

 

L’intervento di maggiore approfondimento tecnico è stato affidato al Direttore del Centro Regionale di Investimenti, Said Aqri, che ha spiegato i vantaggi per gli imprenditori stranieri nell’investire in questo momento in Marocco e specialmente nella regione della Chaouia. “La nostra regione, centrale nel Marocco, ha una posizione strategica. Vicina al porto e aeroporto di Casablanca, ha ottime infrastrutture autostradali e ferroviarie. Abbiamo un polo industriale molto avanzato e siamo il primo produttore al mondo di fosfati. Siamo una popolazione molto giovane (il 30 per cento ha meno di trenta anni) e abbiamo un tasso di disoccupazione molto basso. Le nostre politiche fiscali sono molto vantaggiose per le aziende estere e potrebbero rappresentare una soluzione per le aziende italiane in crisi”.

 

Nel pomeriggio due tavole rotonde tecniche, sul tema delle costruzioni e sulla filiera dell’ovi-caprino, hanno messo direttamente a confronto gli imprenditori sardi con i rappresentanti del governo regionale.

 

Nella giornata di venerdì 21 la missione è entrata nel vivo con i sopralluoghi nelle zone potenzialmente interessate a nuovi investimenti. Durante la mattinata la delegazione ha visitato alcuni grandi stabilimenti nella nuova zona industriale di Settat, tra cui quello della spagnola Roca, leader mondiali nella realizzazione e vendita di sanitari. La delocalizzazione di grandi aziende straniere in Marocco è favorita dal governo locale, attraverso una politica importante di defiscalizzazione, mirata all’assorbimento di manodopera locale e alla realizzazione, attraverso gli investimenti esteri, d’importanti opere pubbliche.

 

Nel pomeriggio, invece, c’è stata la visita all’Istituto nazionale di ricerca in agricoltura, dove le aziende sarde della filiera ovi-caprina si sono potute confrontare con gli agronomi marocchini. Gli esperti e veterinari, arrivati dalla Sardegna, hanno spiegato come le condizioni climatiche molto simili tra il Marocco e la Sardegna dovrebbero incoraggiare gli investimenti nel settore dell’allevamento di pecore e capre da latte. Nella regione della Chaouia in questo momento sono presenti circa 400 cooperative agricole, di cui però solo quaranta realmente attive. Il governo marocchino sta cercando di incoraggiare la creazione di aggregazioni tra allevatori, su un modello simile alle nostre cooperative di comunità.

 

Dopo l’incontro all’Istituto di ricerca, la delegazione sarda ha visitato la cooperativa agricola Beni Meskine, nata nel 2006 a Settat. Un progetto che ha messo al centro le donne, che hanno trovato nel piccolo caseificio un luogo di emancipazione e sostentamento in una zona molto povera del Marocco rurale.

 

Inizialmente sono state coinvolte venticinque donne, che sono diventate in pochi anni 65. Le capre allevate sono 560, che arrivano a produrre circa 10mila euro di reddito annuo. Un risultato straordinario per le medie delle piccole aziende del Marocco e un’occasione importante per tante donne della provincia di Settat, che riescono a raggiungere uno stipendio mensile di circa 150 euro. Non a caso, altre 350 donne dei villaggi circostanti stanno chiedendo di entrare nella cooperativa Beni Meskine.

 

La produzione di latte delle capre della cooperativa è di circa due litri al giorno, per un periodo di lattazione di 210 giorni. Oltre al latte, che viene venduto a 60 centesimi di euro a litro, viene prodotto un formaggio fresco, venduto invece a 4,8 euro al kg.

 

Anche nel confronto tra gli esponenti della cooperativa e la delegazione sarda è emersa la volontà di acquisire le competenze maturate in Sardegna in tanti anni di allevamento e produzione e soprattutto la richiesta di avere una formazione adeguata per gli allevatori e allevatrici marocchini, per permettere alla filiera del latte di crescere anche in queste zone rurali.

 

Il prossimo step del progetto di internazionalizzazione della Legacoop Cagliari prevede ora la preparazione in Sardegna dei due progetti di filiera, su costruzioni e settore ovi-caprino, da presentare al governatore della Chaoiua e il ritorno in Marocco a novembre per siglare gli accordi.

 

 

 

 

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