In Sardegna il prossimo 6 settembre si terranno 8 manifestazioni territoriali. Il sindacato sardo si prepara allo sciopero generale del 6 settembre con cortei e manifestazioni nelle principali città dell’isola. In allegato la contromanovra proposta dalla CGIL.
"La manovra non è cambiata, nel caso è peggiorata e le ragioni dello sciopero che abbiamo proclamato sono confermate e rafforzate dalle decisioni del governo". Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil inizia la conferenza stampa in una affollatissima saletta della Confederazione per illustrare motivazioni e modalità dello sciopero generale del 6 settembre con 100 manifestazioni in tutta Italia con il segretario confederale Enrico Panini, responsabile dell’organizzazione, che delinea un quadro di mobilitazione molto vasto malgrado i tempi ristretti . "L’ambiente è un po’ più confortevole -dice ai giornalisti-di quello della recente conferenza tenuta in una piazza, ma se le cose vanno avanti preparatevi a lunghe presenze nelle piazze". "Non ci rassegniamo- prosegue Camusso- noi vogliamo cambiare una manovra classista, depressiva, iniqua e per questo daremo vita ad una mobilitazione che accompagnerà tutto l’iter parlamentare. Poi proseguiremo con le iniziative che riterremo necessarie". Un nuovo autunno caldo, viene chiesto? Ogni stagione ha le sue caratteristiche, sottolinea, ripeto "non ci rassegniamo a far pagare un prezzo così alto ai lavoratori,ai pensionati, ai giovani, alle donne, al Paese". " Non è vero- afferma- come è stato scritto che la manovra è cambiata. Dei venti articoli che la compongono solo due sono stati cambiati. Si è abolito l’accorpamento dei piccoli comuni ma si obbligano a gestioni comuni dei servizi e si è eliminato il contributo di solidarietà che faceva ombra a Berlusconi, il quale ora può dire che "non metto le mani nelle tasche degli italiani." In realtà le mette.
Un furto l’esclusione del riscatto di laurea e servizio militare
Questa volta si tratta di un vero e proprio furto che si realizza escludendo il riscatto degli anni di laurea e del servizio militare dal computo ai fini dell’anzianità. "E’ stato fatto un golpe della cui gravità forse non tutti si sono resi conto. "La norma – ha sottolineato – penalizza tutti i lavoratori maschi di questo paese. Quelli che hanno fatto il servizio di leva "riceveranno il brillante risultato che quell’anno non vale e dovranno lavorare un anno in più", mentre quelli che hanno riscattato gli anni dell’università e hanno fatto un contratto con lo Stato dovranno "lavorare dai 4 agli 8 anni in più". La norma, afferma Camusso, "è discriminatoria" e può aprire dei contenziosi legali "infiniti". Ha fatto un esempio molto chiaro di cosa significa questo odioso provvedimento. Un medico se va bene a 28-29 anni può iniziare la professione. In pensione ci andrà a settanta anni. I tanti soldi che ha speso per il riscatto della laurea li "regala" allo Stato. Il "messaggio che arriva – è che non ci si può fidare dello Stato, delle istituzioni". I lavoratori hanno avvertito la gravità di questa decisione e già ci sono state proteste, manifestazioni spontanee. L’altra modifica alla manovra bis,che ora diventata ter, riguarda l’abolizione del prelievo sui redditi medio – alti. Siamo stati i primi- ha detto- a sottolineare che pagavano solo coloro che sono in regola con le tasse, che il prelievo andava esteso anche a categorie di lavoratori autonomi, professionisti nel segno di chi più ha più paga.
Violati i principi dell’uguaglianza dei diritti
"Se la parola Costituzione in questo paese ancora ha un senso -ha affermato- siamo alla violazione del principio dell’uguaglianza dei diritti e si infligge al paese un grave torto, perché fa cadere solo su una parte il peso delle manovre".
"Il prelievo resta però-ha proseguito -per i lavoratori pubblici (oltre che per i parlamentari): un’altra discriminazione ingiusta e sommando le manovre fin qui varate dal governo sui lavoratori pubblici si scaricano tutte le tipologie di intervento possibile": blocco dei tfr, blocco delle assunzioni, blocco dei rinnovi contrattuali, mantenimento del contributo di solidarietà, interventi sulle pensioni, blocco del turn over". Poi, di nuovo, c’è la stangata alla cooperative, ad imprese che in particolare operano nel settore dell’energia, che producono, danno lavoro". Si colpiscono i settori che hanno opinioni diverse dal governo. Solo due dei venti articoli cambiano. In peggio.
Le misure approvate "sono uno schiaffo ai giovani.". "Restano tutti gli articoli – ha elencato Camusso- a partire "dall’ignobile articolo 8" che svuota la contrattazione nazionale apre la strada alla libertà di licenziamento, colpisce l’autonomia del sindacato, resta la soppressione, di fatto, delle tre festività, 25 Aprile, 1 Maggio, 2 Giugno, storia e anima del nostro paese, della nostra democrazia, resta il ghetto in cui si confinano i disabili. Tra l’altro abbiamo anche noi l’impressione che i conti non tornino. Abbiamo fatto le nostre verifiche ed è proprio così". "Siamo un paese costretto all’instabilità e a restare nella palude- ha detto- perché il governo pensa solo a un piccolo serbatoio di voti fedeli". In merito ai rapporti con gli altri sindacati Camusso ha affermato che "c,è una preoccupante sottovalutazione da parte di Cisl e Uil – si indicano obiettivi futuri per non giudicare ciò che avviene adesso. Sbagliano a minimizzare i problemi per non disturbare il manovratore. Noi invece non ci rassegniamo, continuano le iniziative per cambiare la manovra". Per quanto riguarda il rapporto con Confindustria Camusso ha confermato che l’articolo 8 snatura l’accordo firmato fra le parti. "Siamo decisi a far rispettare quanto abbiamo sottoscritto, anche se del caso ricorrendo ad azioni giudiziarie". Il segretario generale della Cgil ha concluso sottolineando che malgrado le dichiarazioni di apertura al confronto, il governo "non ascolta nessuno perché "è troppo impegnato a mediare al suo interno", "Non è in grado di ascoltare nessuna voce, né dall’opposizione né dalle forze sociali -, pensa a sé stesso e non al futuro del paese". Le promesse che fa, in effetti vengono scaricate su chi governerà dopo di loro, perché oggi non sono attuabili". "Dopo la terza – ha concluso – c’è il timore di una quarta manovra".
Cento manifestazioni in tutto il Paese
Subito dopo ha preso la parola Enrico Panini. Lo sciopero è di otto ore in tutti settori. Per quanto riguarda i trasporti le modalità variano da città a città A Roma dove si svolgerà una manifestazione regionale, cento in tutto il paese, con la partecipazione di Susanna Camusso, lo sciopero sarà dalla ore 9 alle 17. Nel trasporto aereo s dalle ore 10 alle ore 18, nelle ferrovie dalle 9 alle 17. Tante sono le iniziative in preparazione di questa giornata di lotta che si stanno sviluppando n tutto il paese fino alla volantinaggio sulle spiagge. Sono stati affissi 500 mila manifesti, saranno diffusi 2 milioni di volantini. La petizione per "salvare" le tre festività laiche ha raggiunto più di 50 mila firme in pochi giorni. Il clima che avvertiamo – conclude Panini- ci fa dire che "sarà una grande e importante giornata di lotta, abbiamo sentito crescere la protesta, la rabbia e insieme la volontà di battersi per cambiare la manovra. Noi ce la mettiamo tutta".