Regioni, Comuni e Province considerano superata la logica dei comparti e rifiutano tavoli separati: la discussione sulla manovra deve coinvolgere l’intero sistema delle autonomie che come tale deve essere considerato. In allegato documento integrale …
Conferenza delle Regioni, Anci e Upi condividono la necessità di rigore nei conti pubblici ed, in questo senso, hanno sempre contribuito, in spirito di leale collaborazione istituzionale, al risanamento delle finanze pubbliche anche più che proporzionalmente rispetto al peso che gli stessi enti hanno nella gestione delle risorse finanziarie.
Tale criticità risulta acuita dal carico complessivo delle ultime tre manovre raggiungendo un livello che, se non viene corretto, compromette l’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini: dal trasporto pubblico locale all’assistenza sanitaria, dal welfare alle infrastrutture, solo per citare alcuni settori di maggiore impatto e sui quali le sinergie fra Regioni ed enti locali potranno continuare a fornire risposte adeguate solo se saranno azzerati i tagli dell’ultima manovra.
Si tratta a questo punto di rivisitare quindi la manovra, partendo dai servizi che possono essere effettivamente erogati nei territori.
Il sistema delle autonomie ribadisce la necessità di considerare ineludibile l’integrazione dei livelli istituzionali, sia in un’ottica di riordino delle funzioni che di razionalizzazione della spesa pubblica.
Regioni, Comuni e Province considerano quindi superata la logica dei comparti e rifiutano tavoli separati: la discussione sulla manovra deve coinvolgere l’intero sistema delle autonomie che come tale deve essere considerato anche rispetto alle conseguenze delle scelte intraprese.
Questa del resto è stata la logica che ci ha portato a contribuire al processo di costruzione della legge delega sul federalismo fiscale (L.42/09), un processo che il combinato disposto delle ultime manovre compromette fortemente attraverso la riduzione strutturale dei trasferimenti che, per molte funzioni, sono stati azzerati.
Il totale annullamento dei trasferimenti alle Regioni e i tagli ai trasferimenti ai Comuni e alle Province non sono solo un ostacolo per il processo del federalismo fiscale, ma si traduce in un impatto fortemente negativo sul servizio del trasporto pubblico locale,sull’assistenza sociale, sulla formazione, sulla tutela della salute, attraversando così di fatto tutte le autonomie territoriali.
Regioni, Comuni e Province ritengono necessario elaborare una proposta di rilancio e di sviluppo del Paese, che si articoli sui seguenti tre assi:
1. Piano di riordino istituzionale che abbia effetti immediati;
2. Piano di risanamento e stabilità;
3. Piano di investimenti per la crescita.