Necessarie misure urgenti per favorire il cammino verso la ripresa. Tra le priorità, rilancio della domanda interna, maggiore disponibilità di credito per le imprese, mantenimento di una quota del TFR nelle aziende labour intensive.
Roma, 24 giugno 2009 – Le imprese cooperative, che pur in presenza della crisi evidenziano una buona capacità di mantenere i livelli di fatturato degli anni precedenti e di salvaguardare l’occupazione (e in diversi casi di aumentarla), confermano il proprio impegno a contribuire alla crescita del Paese, ma chiedono al Governo ed alle Regioni di assumere al più presto misure adeguate a favorire il cammino verso la ripresa.
È questo il messaggio contenuto nella lettera che il Presidente di Legacoop, Giuliano Poletti, ha inviato al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ed al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome.
“La cooperazione” -scrive Poletti- “sta affrontando la crisi continuando ad investire e, dove possibile, ad assumere, sviluppando iniziative per contrastare l’incremento dei prezzi a tutela del potere di acquisto di soci e cittadini, manifestando forme di solidarietà concreta con quanti, anche in cooperativa, hanno dovuto ricorrere alla cassa integrazione”.
“Nell’Italia che reagisce alla crisi” -aggiunge il Presidente di Legacoop- “la cooperazione ha un ruolo importante e non rinuncia a guardare al futuro: è per questo che, mentre riconfermiamo il nostro impegno a contribuire alla crescita del Paese, sottolineiamo la necessità che vengano al più presto assunte misure adeguate a favorire il cammino verso la ripresa, affrontando con la massima urgenza alcune criticità che pesano su una prospettiva di sviluppo”.
Al primo posto, Legacoop indica la necessità di rilanciare la domanda interna, al fine di evitare una spirale di carattere depressivo, soprattutto tramite il sostegno al lavoro, potenziando gli ammortizzatori sociali, contrastando la crescita del tasso di disoccupazione e adottando misure premiali per quelle imprese che privilegiano il rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
“In questo ambito” -scrive il Presidente di Legacoop- “non va dimenticata l’esigenza di completare i cantieri già aperti, di avviare lavori di piccolo importo per migliorare la qualità degli edifici pubblici, di avviare il piano di housing sociale, di rilanciare l’attività privata nel campo dell’edilizia residenziale nonché di rivedere il patto di stabilità interno al fine di consentire agli enti locali virtuosi di impegnare le proprie risorse per investimenti e di rimodulare i fondi comunitari per il Mezzogiorno”.
Per quanto riguarda più direttamente le imprese, nella lettera si sottolinea come dalle cooperative giungano segnali di preoccupazione sul fronte del credito, dove si sta di fatto registrando un ulteriore deterioramento, nel senso che vengono finanziate le grandi imprese a scapito delle piccole e medie, specie se meridionali.
“Occorre pertanto” -si legge nella lettera- “che le banche riaprano i rubinetti del credito; che il Governo dia rapida e coerente attuazione alle misure che ha assunto per assicurare liquidità al sistema; che si rafforzi il presidio della garanzia, patrimonializzando i confidi che si aggregano e si sottopongono alla vigilanza di Banca d’Italia; che si assumano provvedimenti per allentare i problemi finanziari delle aziende, prevedendo, ad esempio, il mantenimento di una parte del TFR destinato all’Inps nel bilancio di quelle imprese in cui il costo del lavoro pesa per oltre il 50% sul totale dei costi di produzione e la detassazione di parte degli utili reinvestiti”.
A questi interventi direttamente mirati alle imprese, vanno poi affiancate -secondo Legacoop- azioni che puntino ad aprire ed allargare i mercati, aumentandone il grado di concorrenza.
“Si tratta in particolare” -scrive ancora Poletti- “di evitare arretramenti in settori dove l’apertura dei mercati ha determinato benefici tangibili per i cittadini (ad esempio i farmaci da banco ed i carburanti); di mantenere il sistema agevolativo per la diffusione dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili; di potenziare i servizi di conciliazione, di assistenza all’infanzia ed agli anziani, nonché di completare, migliorandola, la riforma dei servizi pubblici locali e di proseguire sulla strada delle privatizzazioni e delle esternalizzazioni”.
La lettera ci conclude ricordando altre tre questioni che destano forti preoccupazioni.
La prima è quella dei ritardi di pagamento sia delle amministrazioni centrali sia di quelle locali, in particolare di quelle della sanità: un problema che pesa gravemente sul sistema delle imprese, rispetto al quale non si vedono soluzioni in grado di dare risposte in tempi brevi.
La seconda attiene alle forme di lavoro illegale, che la crisi tende quasi inevitabilmente ad accentuare, che vanno contrastate con l’unificazione della contribuzione obbligatoria e proseguendo nella positiva esperienza degli osservatori provinciali sul lavoro.
La terza, infine, attiene al peggioramento delle condizioni di vita di strati crescenti della popolazione, in particolare quella che non fruisce di redditi da lavoro: la fascia di persone collocabili nell’area della povertà sta crescendo, con conseguenti riflessi sulla tenuta sociale e sul grado di giustizia sociale del Paese.