In Italia sono poco più di mezzo milione gli stranieri regolari con un lavoro atipico: uno su tre. Nove su dieci sono anche precari, ma il 72 % dei regolari ha un posto fisso. Lo rivela il Sole 24Ore citando uno studio del centro studi Sintesi su dati Istat.
In Italia cresce il numero dei lavoratori atipici tra gli immigrati regolari: quasi uno su tre. Nove su dieci sono anche precari, il 10% in più rispetto ai lavoratori atipici italiani. Lo rivela il Sole 24Ore citando uno studio del centro studi Sintesi su dati Istat, secondo cui gli immigrati regolari con una posizione lavorativa atipica sarebbero poco più di mezzo milione, di cui l 88% con un rapporto professionale precario. Passati al setaccio, infatti, i numeri della rilevazione dicono che nel nostro Paese sono 231 mila gli impiegati con contratti di formazione e lavoro, apprendisti, interinali e lavoratori in somministrazione, mentre sono 247 mila stranieri autonomi, cioè senza un vincolo di lavoro subordinato. Altri 18 mila con un co.co.co. o prestatori d opera occasionale. La maggior parte degli immigrati precari risiede in Lombardia e in Veneto, a cui seguono il Lazio e l Emilia Romagna, ma in Campania, Puglia e Calabria il numero di immigrati regolari precari supera quello degli atipici.
Più numerosi gli stranieri regolari che hanno un contratto a tempo indeterminato. Secondo lo studio, infatti, sarebbero circa il 72% dei lavoratori immigrati. In genere si tratta i uomini, l 80% di loro, con un età che va dai 25 ai 40 anni e per buona parte impiegato nelle piccole e medie imprese lombarde e venete del settore manifatturiero ed energetico. Secondo il centro studi sono circa 400 mila gli immigrati inseriti in quest ambito, seguiti dai 382 mila che lavorano stabilmente nei servizi pubblici, sociali e alle persone, come badanti e infermieri. A questi numeri, inoltre, vanno aggiunti quanti lavorano nel settore edile, oltre che in quello del commercio e del turismo. Sono 280mila impiegati nell edilizia e si tratta in modo particolare di cittadini dell Est Europa o dell Africa settentrionale. Altri 300mila immigrati regolari lavorano nei restanti due settori.
Sommando questi dati, il quadro complessivo parla di una forza lavoro costituita da immigrati regolari di circa due milioni di persone, cioè il 7,5% del totale della forza lavoro italiana. Secondo i ricercatori dell istituto, la forza lavoro straniera è da considerare come un vero e proprio punto di forza. Gli immigrati regolari, infatti, ricoprono occupazioni fondamentali per le quali c è una domanda anelastica e questo spiegherebbe la diffusione del contratto a tempo indeterminato. La crisi, però, non ha lasciato indenne questa realtà e con il ridimensionamento delle ambizioni di tanti italiani, cresce anche la competizione per posti di lavoro che solitamente si pensava fossero destinati quasi unicamente alla manodopera straniera. Una particolare situazione evidenziata anche dai recenti provvedimenti delle amministrazioni di Treviso, Vicenza e Pisa riguardanti il cosiddetto ‘bonus economico per il rimpatrio, che punta a creare occupazione tra la popolazione locale.(ga)
Fonte: www.superabile.it, 13 luglio 2009