La Tobin tax vale 57 miliardi
La Tobin tax vale 57 miliardi

A tanto ammonterebbe, secondo Bruxelles, il gettito ricavato da una tassazione minima delle transazioni finanziarie nella sola Eurozona. Francia e Germania spingono per introdurla e ora anche l’Italia. Mentre Uk, Usa e Cina non ne vogliono sapere.

La Tobin tax, anche nella sua versione più soft, potrebbe portare nelle casse dell’Ue 57 miliardi di euro all’anno, che sarebbero condivisi tra Bruxelles e Stati: una parte sarebbe impiegata come risorsa propria della Ue, riducendo così i contributi nazionali.

 

Il calcolo lo ha fatto la Commissione Europea, che il 28 settembre scorso ha presentato la proposta di varare una tassa sulle transazioni finanziarie. Inizialmente la proposta è stata avanzata al G20 di Cannes, per cercare un consenso globale, ma, davanti al ‘no’ di Usa e Cina, l’idea è tornata a Bruxelles dove si è arenata.

 

Diverse le contrarietà anche nel vecchio continente. In primis quella della Gran Bretagna, irremovibile. Ma anche nell’Eurozona non tutti la vedono allo stesso modo. L’Italia fino a novembre scorso era contraria, poi con il nuovo Governo è arrivata l’apertura. Ieri Monti in Senato ha annunciato una proposta italiana sulla tassazione che sarà presentata a Bruxelles a gennaio.

 

 

Ma i dubbi italiani, ora, a quanto pare, venuti meno, non erano isolati: l’Irlanda, ad esempio, ha ammesso di non potersi staccare dalla linea di Londra. Nettamente favorevoli invece la Francia e la Germania, che hanno chiesto una massima accelerazione, con Finlandia, Spagna, Belgio, Grecia, Slovenia e Austria.

 

In base alla proposta di Bruxelles, soggette all’imposta sarebbero tutte le transazioni, in mercati organizzati o fuori borsa, su strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, derivati e prodotti strutturati) effettuate da enti residenti nella Ue, ovvero banche, imprese di investimento, assicurazioni, fondi pensione, agenti di borsa, fondi speculativi. L’imposta mira a tassare l’85% delle transazioni, ma cittadini e imprese ne sono esenti, visto che non si applica a prestiti ipotecari e bancari, contratti di assicurazione o premi assicurativi e attività finanziarie svolte tipicamente da persone fisiche o piccole imprese.

 

Per ridurre il rischio di turbative dei mercati e di delocalizzazione, la Commissione propone un’aliquota minima per obbligazioni e azioni dello 0,1% e per i derivati dello 0,01%. Il gettito dell’imposta, secondo Bruxelles, sarebbe pari, come detto, a 57 miliardi di euro all’anno.

L’idea originale nasce nel 1972 , proposta dall’economista premio Nobel James Tobin, e si riferisce inizialmente ad una modica tassa sulle transazioni sui mercati valutari, da destinare tra l’altro allo sviluppo dei paesi più poveri. L’idea riprende quota nel 1997, proposta da Ignacio Ramonet, il direttore di Le Monde Diplomatique, che lancia Attac, l’associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie e per l’aiuto ai cittadini.

 

 

Condividi sui Social Network