Dopo gli scontri e la violenta repressione di sabato, gli oppositori di Ahmadinejad sono tornati in piazza.Un video su YouTube mostra la manifestazione. Crepe nel regime: l’ayatollah Montazeri critica Khamenei. Dai blog: ancora spari a Teheran
A Teheran le dimostrazioni contro il presidente Mahmud Ahmadinejad e contro i brogli elettorali che lo hanno confermato alla guida del paese non sembrano fermarsi, e neppure la violenta repressione di sabato 20 giugno ha impedito ai sostenitori dell’ex candidato presidenziale moderato, Mir Hossein Moussavi, di scendere in piazza. Un video amatoriale, pubblicato su YouTube e ripreso dal blog Revolutionary road, mostra una grande dimostrazione ripresa dall’alto di un edificio. La data è quella di domenica 21 giugno. La gente marcia gridando: “Non abbiate paura, siamo uniti” e “morte al dittatore”. La notizia è stata ripresa anche dalla Cnn.
Altri blog riferiscono che spari ripetuti sarebbero stati avvertiti in almeno due quartieri nella zona settentrionale di Teheran.
Fonte: www.rassegna.it
Moussavi ha chiesto ai suoi sostenitori di “andare avanti con le proteste evitando però eccessi”. In un comunicato diffuso attraverso il suo sito web ha ricordato che “il Paese è in lutto per quanti sono stati uccisi nelle proteste e (per questo motivo) vi chiediamo di restare calmi”
Sono almeno 19 i morti, secondo la Cnn, dopo gli scontri del 20 giugno. Secondo l’emittente americana si teme un bilancio totale di 150 morti. I manifestanti sono scesi in piazza nonostante le dimostrazioni fossero state vietate dalle autorità. Stando ai blogger e alle informazioni su Twitter, le ambasciate di Australia, Olanda e Gran Bretagna hanno accolto i feriti. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha invocato: "Basta violenze, basta atti ingiusti". La televisione di Stato ha detto che a provocare le violenze sono stati elementi “terroristi”. Il capo della polizia, Ahmad Reza Radan ha negato l’uso di armi da fuoco da parte delle forze di sicurezza.