In Italia 9 su 10 preoccupati per il lavoro
In Italia 9 su 10 preoccupati per il lavoro

L’Osservatorio Confesercenti-Ispo lancia l’allarme: molto in apprensione il 42% degli italiani. Timori anche per la piccola impresa, soprattutto nel Nord-Est. Cresce a dismisura il livello di preoccupazione per la situazione economica familiare. Segue …

Il lavoro nell’Italia della crisi è una preoccupazione, più che altro. Perché gli italiani non pensano che la recessione sia alle spalle, anzi Un italiano su tre vede rischi di peggioramento nel 2012, il 96 per cento non pensa che la crisi stia finendo, il 93 per cento è preoccupato per il lavoro e la situazione economica familiare desta preoccupazioni per il 92 per cento della popolazione.

Dati senza sottintesi , che emergono dall’ottava indagine sulla crisi dell’Osservatorio Confesercenti-Ispo, conclusasi poco prima delle dimissioni dell’esecutivo Berlusconi. Il messaggio che viene dal sondaggio al nuovo Governo, si sottolinea, "è dunque quello di fare presto. Servono risposte urgenti per tornare a crescere, rilanciando le imprese per creare lavoro e per far ripartire i consumi. La stragrande maggioranza degli intervistati, quindi, non pensa che la crisi stia finendo".

A temere di più il protrarsi della crisi sono i giovani: soprattutto quelli di età compresa tra i 18 e i 24 anni (88 per cento) e chi nella propria famiglia ha vissuto la perdita del lavoro o situazioni di cassa integrazione (84 per cento). Tra i pessimisti anche chi ha un titolo di studio elevato (75 per cento) e i giovani adulti tra i 35 e i 44 anni (75 per cento). Al sud la percentuale maggiore di pessimisti (77 per cento), mentre sono solo il 65 per cento nel Nord-Ovest, il 68 per cento nel Nord-Est e il 69 per cento al Centro.

 

Nel computo per orientamento politico, si dicono meno d’accordo con l’idea che il peggio sia passato soprattutto gli apolitici (79 per cento), seguiti da chi si ascrive all’area di sinistra/centrosinistra (75 per cento). Più rilassati gli italiani di destra/centrodestra (55 per cento) e Centro (52 per cento). A soffrire di più, però, sono le piccole aziende. Infatti secondo 8 italiani su 10 (81 per cento) la "crisi ha messo in ginocchio le aziende di piccole dimensioni più di quelle grandi".

Significativamente, il timore è più alto 86 per cento , nel Nord-Est. A livello nazionale, sono più che convinti della crisi della piccola impresa il 38 per cento degli intervistati e abbastanza convinti il 43 per cento. Ancora meno, appena il 2 per cento, gli italiani che si dicono ‘poco preoccupati’ per la situazione economica dell’Italia. Molto significativa, invece, la crescita degli italiani, di qualunque età, che si ritengono ‘molto preoccupati’ per la situazione economica del Paese: ben 20 punti da giugno (48 per cento) ad oggi (68 per cento).

La preoccupazione investe soprattutto il posto di lavoro . I preoccupati sono il 93 per cento: si dicono ‘molto’ in apprensione il 42 per cento, abbastanza il 35 per cento e ‘un poco’ il 16 per cento. Anche in questo caso si assiste a una rapida ascesa dei molto preoccupati, che erano il 27 per cento a giugno contro il 42 per cento di oggi. Stavolta la preoccupazione investe di più il nord-est, dove temono decisamente per il proprio lavoro il 50 per cento delle persone. Seguono il Centro (46 per cento di "molto preoccupati") e il Sud (43 per cento). Più tranquilli nel Nord-Ovest, dove i molto preoccupati sono solo il 34 per cento.

Cresce infine smisuratamente il livello di preoccupazione per la situazione economica familiare. Il 92 per cento degli intervistati vede ‘nero’, ed è molto (53 per cento) o abbastanza (39 per cento) preoccupato. Solo l’1 per cento si dice sereno.

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