Imprese e sindacati contro ritardi pagamenti e stretta creditizia
Imprese e sindacati contro ritardi pagamenti e stretta creditizia

Tre proposte avanzate congiuntamente al Governo dal TAIIS (Tavolo Interassociativo Imprese dei Servizi) e dalle Organizzazioni Sindacali di categoria sui problemi dei ritardi dei pagamenti della P.A.

Individuare rapidamente misure per accelerare i pagamenti dei debiti delle Pubbliche  Amministrazioni nei confronti delle aziende fornitrici, anche attraverso l’intervento diretto della Cassa Depositi e Prestiti; identificare strumenti e procedure perché sia la Pubblica amministrazione debitrice, piuttosto che il sistema delle imprese creditrici, a rivolgersi al sistema bancario per sopperire alle carenze di liquidità; diffusione a livello nazionale di best practices quali Finlombarda o il recente accordo tra la Provincia di Roma e il mondo bancario.

Queste sono tre delle proposte avanzate nei confronti del Governo congiuntamente dal TAIIS (Tavolo Interassociativo Imprese dei Servizi) e dalle Organizzazioni Sindacali di categoria riunitesi il 4 novembre a Roma presso il CNEL per il convegno “Appalti di servizi – Etica, concorrenza, regole, ritardi di pagamento”.

Il fenomeno del ritardo nei pagamenti, che vede totalmente allineati sindacati e parti datoriali, è talmente grave da aver attirato l’attenzione della Commissione Europea, che ha avanzato una proposta di modifica della Direttiva vigente contro i ritardi di pagamento. Tale Direttiva (35/2000) non fa divieto di pagare oltre i termini da essa previsti, ma vuole, attraverso la previsione di interessi moratori dovuti alle imprese in caso di ritardi, porre uno strumento di dissuasione a tali comportamenti.

Tuttavia, l’effetto deterrente non ha di fatto prodotto gli effetti attesi, a causa della non paritaria forza contrattuale delle parti contraenti. Sulla base di ciò, il TAIIS auspica un ulteriore irrigidimento della normativa, prevedendo la nullità di eventuali accordi derogatori delle condizioni in essa previste e comunque delle condizioni definite dalle parti nel contratto, prevedendo in particolare il divieto di modificarle successivamente.

Ad oggi, una buona parte dei bandi di gara per appalti di servizi risulta illegittima in quanto le stazioni appaltanti si premuniscono in modo da diluire i pagamenti e limitando le entità degli interessi per i ritardati pagamenti che, ove esistenti, decorrono non dal trentesimo giorno dal ricevimento della fattura, ma dal termine imposto per il suo pagamento.

Di seguito solo alcuni esempi:

  • Ministero della Giustizia – Gara ristorazione per la Polizia Penitenziaria: pagamento a sei mesi dal ricevimento della fattura ed interessi per ritardato pagamento all’1%, anziché all’8%.
  • Ospedale Molinette di Torino – Ristorazione degenti: pagamento a tre mesi dal ricevimento della fattura e interessi all’1%.
  • Comando Generale Arma dei Carabinieri – Ristorazione Militari: pagamento a 90 giorni dalla presentazione della fattura e interessi al 2,5.
  • Ferservizi (Portale acquisti delle Ferrovie): pagamento a 90 giorni e interessi pari al tasso legale maggioritario di due punti (4,5%).

La soluzione al grave problema dei ritardi di pagamento resta una condizione irrinunciabile, necessaria, ma non sufficiente, a qualificare il mercato delle esternalizzazioni dei servizi; il Tavolo ha infatti chiesto, inoltre, che: le gare d’appalto siano svolte essenzialmente con la metodologia dell’offerta economica più vantaggiosa; sia pienamente riconosciuta la revisione prezzi e nei bandi di gara, garantendo metodologie qualificate di appalto, regole certe e più trasparenti di aggiudicazione improntate alla valorizzazione della qualità dei servizi, al pieno rispetto delle norme contrattuali e alla verifica della qualificazione delle imprese.

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