Il futuro dell’agricoltura
Il futuro dell’agricoltura

Secondo la Fao nel 2050 ci saranno 2,5 miliardi di persone in più sulla terra. Come nutrirli? La risposta degli scienziati: una dieta di alghe, insetti e carne, creati in laboratorio. Segue …

Come sarà possibile nutrire i 2,5 miliardi di persone in più che vivranno sulla terra nel 2050? Le Nazioni Unite dicono che dovremmo raddoppiare la nostra produzione di cibo, e i governi affermano che dobbiamo adottare nuove tecnologie ed evitare gli sprechi. Oggi nel mondo esiste un miliardo di persone che soffrono la fame, esistono poche aree vergini da sfruttare, i cambiamenti climatici rendono l’attività agricola più difficile, gli oceani sono sovrasfruttati, e tanti posti del mondo soffrono una carenza di acqua potabile. Cinquanta anni fa, quando la popolazione mondiale era circa la metà rispetto ad oggi, la risposta alle carestie è stata “la rivoluzione verde” – un enorme aumento nell’utilizzo di sementi ibride e concimi chimici. Ha funzionato ma pagando un caro prezzo dal punto di vista ecologico. Rispetto ad una generazione fa ora produciamo il doppio di cibo e consumiamo il triplo di acqua. Esperti di cibo, acqua ed agricoltura dovranno trovare nuovi modi per produrre più colture in posti dove fino ad oggi era impossibile o difficile coltivare. Bisogna ripensare totalmente al nostro modo di usare la terra e l’acqua. E’ il tempo di nuova generazione di agricoltori, di cibi nuovi e di idee geniali. Alghe Come trovare nuovi terreni agricoli per coltivare più cibo per gli esseri umani? Questo è semplice – passare dalle fattorie normali a quelle di alghe. Le alghe sono semplici organismi unicellulari, che possono crescere molto velocemente nel mare, in acque inquinate ed in posti dove normalmente le colture non possono essere coltivate. Oggi le maggiori compagnie aeree e marittime stanno passando all’uso di olio di alghe, e stanno investendo in questa nuova tecnologia. Il costo è elevato: gli scienziati affermano che in condizioni ottime, gli allevamenti di alghe possono produrre 22.ooo-44.000 litri (circa) di olio per acro di terra (4046,85642m²), rispetto ai 1500 litri (circa) di etanolo biocombustibile per acro ottenuti da colture tipo mais. Inoltre, le alghe possono nutrire milioni di animali e possono essere usate come concime. Per sostituire tutte le produzioni di etanolo con olio di alghe saranno necessari circa 2m acri di deserto, tuttavia, Mark Edwards, professore dell’Arizona State University dichiara che grazie all’olio di alghe sarà possibile coltivare 40m acri, e salvare miliardi litri di acqua d’irrigazioni ogni anno. Le alghe sono nella parte inferiore della catena alimentare, ma in Cina e Giappone sono mangiati normalmente e vengono usate come concime, cibo per gli animali e per il miglioramento dei terreni. “Dall’alga gigante alla microscopica ‘slime’, tutte sono capaci di fissare CO2 nell’ atmosfera e fornire grassi, olii e zuccheri. Sono il pasto di ogni essere marino: dal più piccolo gambero alle grandi balene blu. Sono la base di tutte le forme di vita e devono essere il futuro,” ha detto Edwards. Carne artificiale Assomiglia alla carne, ha il sapore della carne ed è carne, anche se non è stata mai vicino ad un animale vivo e vegeto. Al contrario, la carne artificiale o “coltivata” cresce da cellule staminali. Gli scienziati dicono che la ricerca sui sostituiti della carne è importante, perche le abitudini occidentali di alimentazione si stanno ora spargendo in Cina ed in altre economie emergenti, spingendo i governi e i coltivatori ad abbattere più foreste ed aprire i nuovi terreni coltivabili. Ora il bestiame occupa quasi un quarto di tutta la terra coltivabile ed le colture per alimentazione animale occupano un altro 25%. Negli Stati Uniti, quasi 70% del grano e cereali coltivati sono dati agli animali. Gran parte delle ricerche sulla carne artificiale si sta effettuando in Europa, gli scienziati in Olanda ed in Gran Bretagna stanno sviluppando un tessuto mangiabile dalle cellule staminali nei laboratori. Quindi il primo hamburger artificiale potrebbe essere sviluppato l’anno prossimo, certo potrebbe non avere alcun sapore. La carne ha bisogno del sangue e del grasso per dargli il colore ed il gusto; sono state identificate le cellule staminali per la sangue e il grasso ma il lavoro è lento, complesso e costoso. Tuttavia, gli studi indicano che la carne artificiale vince a piene mani se si prende in considerazione i costi ambientali, visto che usa molto meno l’acqua, energia e terra. Inoltre ci sono state poche obiezioni etiche, in gran parte perche l’allevamento massiccio di animali in batteria e l’uso degli ormoni e degli antibiotici è già di per sé considerato discutibile. Nuove coltivazioni Poca gente ha sentito parlare di Zhikang Li, ma la storia potrebbe considerare questo coltivatore di sementi cinese uno dei più importanti personaggi del secolo. L’anno scorso, dopo il 12 anni di lavoro con la Chinese Academy of Agricultural Sciences e la International Rice Research Institute nelle Filippine, lui e la sua squadra hanno sviluppato un “Super riso verde” (Super green rice): una serie di varietà di riso che produce più chicchi ma che ha dimostrato essere più resistente alla siccità, alle inondazioni, all’acqua salata, agli insetti ed alle malattie. Zhikang Li è riuscito a realizzare questo senza le tecnologie Geneticamente modificate (GM), lavorando con centinaia di ricercatori ed agricoltori in 16 paesi ed usando soltanto le tecniche convenzionali di allevamento vegetale per incrociare più di 250 varietà del riso. Il “super riso verde” in grado di aumentare i rendimenti in Asia abbastanza per alimentare 100 milioni di persone, sarà sviluppato nei prossimi anni. Comunque migliori coltivazioni –con o senza GM- saranno la chiave per aumentare i rendimenti di tutte le altre colture. Tuttavia, la maggior parte dei soldi sono stati spesi per la ricerca sui GM negli ultimi 20 anni. L’industria agro- chimica globale ha promesso nuove colture, arricchite con vitamine, enzimi o sani acidi grassi, cosi come cereali resistenti alla siccità e colture che possono risparmiare le emissioni di carbonio. Questa industria guarda avanti e cerca banane che producono vaccini umani, pesce che cresce più velocemente e mucche che resistono alla malattia, ma non ha ancora mantenuto al promessa di alimentare il mondo. L’anno scorso più di 350m di acri – circa 10% dell’area coltivata a livello globale, o meglio un’area grande quanto Regno Unito, Germania, Francia unite – sono stati coltivati con colture GM, ma la maggior parte sono stati coltivati solo con tre grandi alimenti – mais, colza oleifero e soia – la maggior parte di quali sono stati usati per l’alimentazione animale. Rendere coltivabile il deserto Gran parte del mondo è arido, con poca acqua vicina e che comunque è marina. Sarà possibile trovare una tecnologia per inverdire i deserti costieri in posti come il Cile, la California,il Perù ed il Medio Oriente, usando l’acqua salata? Charlie Paton, un inventore britannico, crede in grandi “serre di acqua di mare” per coltivare il cibo e generare energia. L’idea è semplice: nel ciclo naturale dell’acqua, l’acqua del mare è riscaldata dal sole, evapora, si raffredda formando le nubi, e torna a terra come pioggia. La struttura di Paton funziona più o meno allo stesso modo. Qui, l’aria calda del deserto che entra nelle serre prima viene raffreddata e dopo umidificata con l’acqua di mare. Questa aria umida nutre le colture e dopo passa attraverso un evaporatore. Quando incontra una serie di tubi con acqua di mare fredda, l’acqua dolce si condensa e viene raccolta. E visto che le serre producono cinque volte in più di acqua dolce necessaria per innaffiare le piante, parte di questa può usata per coltivare altre piante. Le serre di acqua di mare funzionano e quest’ anno un progetto pilota finanziato dal governo norvegese sarà sviluppato vicino ad Aqaba in Giordania. Il Sahara Forest project combinerà le differenti tecnologie per coltivare cibo e biocombustibile e sarà funzionale entro 2015. Ma questa è solo una delle molte tecnologie che si stanno sviluppando per permettere di coltivare il cibo nei posti più improbabili. Uno dei programmi più semplici ma anche più ambiziosi, è la Great Green Wall of Africa (Il Grande muro verde africano). Questa foresta dovrebbe avere 15km di larghezza e 7,775 km di lunghezza ed estendersi dal Senegal in Africa occidentale a Djiboutini in Africa orientale. Secondo gli 11 paesi attraverso cui dovrebbe passare la sua creazione contribuirà a fermare la diffusione del Sahara, a ritardare l’erosione di terreno e la velocità del vento, aiuterà a filtrare l’acqua piovana nel terreno e creerà dei microclimi per permettere la crescita di frutta, verdura ed altre colture. Insetti Le locuste, le cavallette, i ragni, le vespe, le formiche e gli scarabei non sono parte del menu europeo o americano ma almeno 1,400 specie vengono mangiate in Africa, America Latina e Asia. Ora con i prezzi degli alimenti in crescita e scarsità di cibo in tutto il mondo, sarà solo questione di tempo e aziende agricole di insetti potrebbero venire costruite in Gran Bretagna. Non è solo il fatto che molti insetti sono ricchi di proteine, calcio e ferro e bassi in grasso e colesterolo, ma anche che le aziende agricole di insetti hanno bisogno di poco spazio. E anche dal punto di vista ambientale sono meglio delle aziende agricole convenzionali. Le creature sono molto migliori nel convertire le biomasse delle piante in carne mangiabile di quanto lo siano i nostri animali d’allevamento, anche quelli a crescita rapida. Inoltre emettono pochi gas serra e possono crescere con carta, alghe e residui industriali che altrimenti sarebbero gettati via. I vantaggi “di questi micro-allevamenti” sono molti, dicono le Nazioni Unite e la Ue, affermando di essere interessati a vedere se l’allevamento di insetti può essere ampliato. Il governo olandese sta studiando come installare alcune aziende agricole di insetti. Ma consapevoli della schizzinosità occidentale, hanno chiesto ai ricercatori di vedere se è possibile limitarsi ad estrarre la proteina che molti insetti contengono. Nel frattempo l’Ue sta offrendo ai suoi stati membri circa 230 milioni di euro per promuovere l’uso di insetti nella preparazione di cibi ed ha chiesto di studiare il loro potenziale per completare le diete alimentari.

Fonte: The Observer, Traduzione: Olga Buglak, AIOL

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