I Consigli economici e sociali di Algeria, Tunisia ed Egitto possono dare un importante contributo per la definizione di politiche economiche e sociali in questa fase di transizione politica. Segue …
Lo ha affermato il presidente del Cnel, Antonio Marzano, aprendo la conferenza su "La primavera araba, sfide economiche e sociali e il ruolo dell’ Europa", organizzata dal Cnel il 13 dicembre 2011 in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri e con l’Istituto Affari Internazionali.
A un anno di distanza dall’inizio della rivolta delle società civili, l’esito della fase di transizione politica di questi paesi è ancora incerto", ha detto Marzano aggiungendo che "c’è un forte deficit di politiche sociali ed economiche adatte a risolvere problemi come la disoccupazione giovanile e femminile, le disuguaglianze tra aree geografiche. Sono necessarie politiche economiche e sociali più inclusive: non c’è democrazia economica senza inclusione".
Il Rapporto che ha costituito la base di discussione della Conferenza ha messo in risalto le debolezze strutturali delle economie algerina, tunisina ed egiziana anche dopo i cambiamenti politici profondi degli ultimi mesi e le inadeguatezze delle politiche attive per il mercato del lavoro che, unite ad un taglio delle spese sociali per settori chiave come sanità ed istruzione, hanno portato ad un deterioramento della qualità dei servizi.
Il Rapporto discusso al Cnel ha evidenziato che, per affrontare le drammatiche sfide sociali ed economiche dei tre Paesi, occorre orientare lo sviluppo verso un modello sostenibile ed inclusivo che si ponga 6 obiettivi:
– diversificare la struttura produttiva e il ventaglio dei partner commerciali;
– mettere l’agenda del lavoro dignitoso, proposta dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, al centro delle future politiche economiche e delle politiche del lavoro;
– migliorare il sistema pubblico dell’istruzione e della formazione professionale per adattarlo alle esigenze del mercato;
– integrare una prospettiva giovanile e di genere nelle politiche economiche e sociali;
– migliorare la qualità e l’accesso dei servizi sociali nella direzione della copertura delle regioni svantaggiate;
– favorire l’emergere di un settore privato autonomo e dinamico per generare maggiori opportunità e diversificare la struttura produttiva.