In due anni sono il 12% in meno: nel 2012 erano il 75%, oggi sono il 63%. Restano comunque nettamente maggioritari gli italiani che ammettono di avere molto o abbastanza fiducia nelle cooperative. E soprattutto sono 19 punti percentuali sopra coloro che analoga fiducia ripongono nelle imprese di capitale, per le quali l’apertura di credito si ferma al 44%. È uno dei risultati emersi dall’ultimo sondaggio che SWG ha realizzato per l’associazione, presentato a Roma in una giornata di lavoro per direttori, dirigenti e comunicatori di Legacoop.
Andamento analogo, anche se abbassato di soglia, si riscontra per i dirigenti cooperativi, verso i quali la fiducia scende dal 64 al 50%, pur restando nettamente al di sopra di quella meritata dai colleghi delle imprese di capitale, che si bloccano al 34%. Ma quali sono i tratti distintivi della cooperazione? Potendo scegliere tra coppie di aggettivi opposti per gli italiani questo universo è attuale (51% contro 20% inattuale), efficace (50% contro 19% inefficace), affidabile (49% contro 18% inaffidabile) e onesto (47% contro 18% disonesto). Viene ancora percepito, però, come politicizzato (41% contro 33% indipendente).
E che ruolo può giocare questa cooperazione, per gli italiani, nella costruzione di un’economia più sana e più equa? Per il 27% deve rendere il mercato più equo ed equilibrato, per il 14% svolgere la funzione di calmierare prezzi e mercati, per il 13% salvaguardare l’occupazione, per il 12% garantire un’offerta di qualità, per il 10% rendere il mercato più responsabile.