La Commissione Bilancio del Consiglio regionale ha ricevuto in audizione le Associazioni imprenditoriali, compresa Legacoop. Compatto il mondo dell’impresa: basta con i bilanci virtuali; si liberino risorse e si spendano bene; la priorità è non soccombere.
Nel pomeriggio di ieri 29 novembre sono iniziate le audizioni della Commissione Bilancio del Consiglio regionale sui contenuti della Manovra finanziaria 2012-2014. I primi ad essere sentiti sono stati gli esponenti delle 15 associazioni di rappresentenza del sistema imprenditoriale, compresa la Lega delle Cooperative, che hanno presentato un documento unitario.
Il presidente di Confartigianato Sardegna Luca Murgianu, parlando a nome di tutti, ha sottolineato lo sforzo fatto dalle sigle datoriali (in rappresentanza di 124.000 imprese nelle quali sono impiegati 400.000 lavoratori) per fare una sintesi e per suggerire le soluzioni migliori attraverso il confronto schietto. Anche alla classe politica si chiede di "alzare l’asticella" perché per le aziende “la priorità adesso è cercare di non soccombere”.
Le imprese ritengono di trovarsi di fronte ad un Bilancio virtuale e non corrispondente alla realtà, che destina zero risorse per lo sviluppo e che, quindi, ha un’impostazione da rivedere radicalmente. Occorre un’operazione verità che porti a liberare somme concretamente spendibili (ipotesi ritenuta realistica: 450 milioni in tre anni) attraverso gli strumenti adeguati: non possiamo dire di avere 3,4 miliardi di euro impegnabili, ha spiegato Murgianu, se sappiamo di poterne spendere 2,7 per i vincoli del patto di stabilità. Piuttosto, occorrerebbe riportare questo divario almeno al di sotto dei 500 milioni.
Si è detto che occorre assolutamente intervenire sulle spese obbligatorie e sulla sanità. Apprezzando il confronto avviato con la Giunta anche se "le nostre proposte sono cadute nel vuoto", le aziende ritengono giusta la decisione dell’Esecutivo di procedere con la rivendicazione delle entrate spettanti alla Sardegna iscrivendo 800 milioni di euro in più, ma suggeriscono di adottare tutte le cautele fino a quando la vertenza con lo Stato non sarà conclusa. Giudizi positivi sono stati espressi per la riduzione progressiva del debito pubblico e per aver deciso di non fare ricorso ai mutui.
Per quanto riguarda la sanità si chiede che la spesa torni sotto controllo dopo essere cresciuta del 22% rispetto al 2009, "altrimenti saranno problemi seri" per il rischio che si possano intaccare i costi obbligatori. Ad esempio, si è proposto di razionalizzare i costi farmaceutici, fatto che non creerebbe impatti negativi sull’assistenza.
E’ stata rilevata la ripartizione dei fondi tra gli assessorati: per Agricoltura, Lavoro e Turismo le risorse sono più che dimezzate; per l’Industria l’aumento del 34% coinvolge le imprese solo in minima parte perché le destinatarie sono soprattutto le società partecipate dalla Regione.
Rispondendo alle domande dei commissari e ricordando che occorre saper spendere bene pure i fondi comunitari, Murgianu ha chiesto che la macchina amministrativa regionale si adegui alle velocità del mercato nel rispondere alle richieste degli imprenditori. Altra richiesta formulata è quella di potenziare gli strumenti di accesso al credito perché le banche hanno chiuso i rubinetti: in un anno le cose sono solo peggiorate, ha detto, perché è peggiorata la qualità delle singole imprese.
Bruno Marras, presidente di Cna Sardegna, ha precisato che non serve chiedere più risorse: in un momento di crisi generale occorre eliminare le storture e ottimizzare quanto si ha per far ripartire una macchina che si sta fermando.
Fonte: Ufficio stampa Consiglio regionale
In allegato: la presentazione della posizione unitaria delle Associazioni imprenditoriali