Dalla finanza al lavoro. Sono i due argomenti affrontati nel corso delle due tavole rotonde che si sono svolte a Terralba nel corso della terza giornata del Festival delle Peschiere.
La sostenibilità e la finanza. Tra pubblico e privato. E il nuovo corso che mette assieme politica pubblica e investimenti privati. E gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030. E proprio il tema sostenibilità della finanza è stato al centro della prima tavola rotonda. Riccardo Barbieri, vice presidente e responsabile sostenibilità Bper, nella premessa ha ricordato che il tema “Finanza sostenibile, è trasversale per il raggiungimento dei l17 obiettivi”. Poi le opportunità offerte dal Recovery found e dal Pnrr. “C’è il tema dell’integrazione, delle competenze e della formazione”.
Maria Chiara di Guardo docente all’Università di Cagliari ha sottolineato come molte aziende usino la leva della sostenibilità come elemento per la riduzione del rischio. Per la docente, la via per arrivare a guidare questa transizione “è l’innovazione e quindi la digitalizzazione, con meccanismi che portano alla trasparenza e tracciabilità della catena e inoltre l’utilizzo di tecnologie green”. Una sfida collettiva che passa dalle università e arriva sino alle imprese: “nostro dovere è permettere alle imprese di conoscere e quindi affrontare le sfide”.
Finanza sostenibile che significa anche economia sostenibile. Un binomio imprescindibile, come ha ricordato Alessandro Messina, responsabile finanza d’impatto in Avanzi: “Si parla di finanza sostenibile, ma se non c’è economia sostenibile non ci può essere finanza sostenibile – ha detto -. Le lettere chiave sono Esg, che stanno per ambiente, sostenibilità e governo. Significa che ogni imprenditore deve considerare gli effetti delle loro azioni. Il tema non riguarda solo il segmento banche imprese ma tutti noi e anche le politiche pubbliche di sviluppo”. Poi l’attività svolta dalle banche, con l’intervento di Stefano Sulis del Banco di Sardegna che ha parlato di sostenibilità.
Senza dimenticare poi l’aspetto legato alla comunicazione e alla prospettiva sopratutto per quanto riguarda il futuro delle Pmi. “Le piccole e medie imprese che rappresentano l’ossatura del mondo imprenditoria e – ha detto Sabrina Gigli Alma Mater Università di Bologna – va aiutata. Perché molti non lo sanno e quindi non comunicano. Le evidenze che arrivano dal mondo della finanza ci dicono che la comunicazione avvicina. Qui c’è il problema più grande per quanto riguarda la comunicazione”.
A svolgere un ruolo importante in ambito Esg ci sono le Fondazioni bancarie che si pongono come dei potenziali investitori.
“Le Fondazioni di origine bancaria hanno la caratteristica di essere soggetti di diritto privato – ha detto Carlo Mannoni, direttore generale Fondazione di Sardegna – questo, nel rispetto delle regole, dà un margine di rapidità”. Poi un auspicio che non ci sia una “sovra regolamentazione”.
Valentina Zadra responsabile Euveca (fondo di investimento) ha parlato del tema finanza d’impatto e del fatto che “non esistono elementi di misurazione”. Problema ancora più attuale alla luce del Pnrr. In tutto questo scenario rientra poi il ruolo delle finanziarie regionali. A parlarne è stato Michele Vietti, presidente Anfir. “Credo che per il Pnrr ci sia un eccesso di centralizzazione nella gestione del piano. Temo che sarà inevitabile che sia indispensabile un coinvolgimento degli Enti locali, delle istituzioni per mettere a terra queste ingenti risorse. Le finanziare regionali sono pronte e attrezzate e possono rappresentare una ramificazione di canali presenti che vanno dal centro sino all’impresa che ha bisogno di questi denari per finanziare le risorse”.
Per Simone Gamberini direttore generale Coopfond “il mondo della finanza è pronto ad affrontare questa sfida” in un percorso che “cerca di proporre un modello di sviluppo alternativo”. Manca però un processo culturale collettivo che non riguarda solo il mondo delle imprese.
Il lavoro, una soluzione sostenibile è il tema della seconda tavola rotonda moderata da Rita Ghedini presidente Legacoop Bologna e responsabile nazionale Tavolo Lavoro. “Il cantiere delle politiche sul lavoro è perennemente aperto – ha detto Ignazio Angioni vice presidente Legacoop Sardegna -. Credo che il tema da sfondo su nuove politiche di lavoro non possa che partire da una sorta di rilancio nuovo tra lavoro subordinato e lavoro autonomo, sopratutto nelle piccole e piccolissime imprese”. Per Angioni è necessario mettere assieme “il tema delle tutele con il tema del nuovo lavoro”.
Giovanna Cocco responsabile centro ambiente e territorio ha raccontato l’esperienza con i centri di educazione ambientale portata avanti con la coop di cui fa parte.
A parlare di Lavoro buono, Cesare Damiano già ministro del Lavoro e presidente dell’associazione lavoro e welfare. “Purtroppo ci sono avvisaglie negative su occupazione e lavoro – ha detto -. Mi auguro che il nuovo Governo sia in grado di fare una legge di bilancio e che affronti la crisi. Probabilmente avremo bisogno di una sorta di cassa integrazione per la crisi dettata dallo scenario internazionale”. Maurizio Sacconi, ex ministro ha parlato della questione relativa alle transizioni e alla necessità di mantenere quello che si chiama “un buon lavoro”. “La transizione non è più eccezionale ma continua” ha detto ricordando poi che la sicurezza della persona nel mercato del lavoro deve essere l’effetto di politiche attive che funzionano.
Alessandra Zedda Assessore regionale del Lavoro ha parlato del ruolo della formazione in ingresso e nell’ambito della vita lavorativa che deve coniugarsi con la sicurezza di lavoratrici e lavoratori.
Luigi Sbarra, segretario della Cisl nazionale ha rimarcato che “non ci sarà sviluppo senza sostenibilità, produttiva, sociale e ambientale, con un rinnovato protagonismo e un lavoro dignitoso e ben retribuito”. Gianna Fracassi, vice segretaria Cgil ha sollevato la questione relativa al fatto che si è di fronte a una situazione che rischia di essere problematica per lavoratori, cittadini e lavoro”. “Abbiamo la preoccupazione che il prossimo anno, in cui si scaricheranno gli effetti della crisi da inflazione ci possano essere effetti più negativi rispetto a quelli registrati nell’emergenza covid”. Per la responsabile del sindacato “è necessario affrontare l’emergenza e dare risposte”. “Sicuramente – ha aggiunto – servono strumenti fiscali”.
Per Maurizio De Pascale, presidente di Confindustria ha rimarcato che “fiscalità di vantaggio e decontribuzione aiutano molto”. “Ci troviamo in una situazione e in una contraddizione incredibile che io definisco tempesta perfetta, perché abbiamo domanda di lavoro che supera l’offerta ma da anni siamo in piena sofferenza economica”. “I finanziamenti e le opportunità che ha l’Italia e la Sardegna non si sono mai viste – ha aggiunto -. Oggi non c’è lavoro precario, oggi c’è la precarietà. Se la crisi mondiale dell’energia i ristori sono risorse che ci ritroveremo a dover rincorrere ai primi dell’anno prossimo”.
Mauro Lusetti, presidente nazionale di Legacoop, nelle sue conclusioni, ha ricordato che i prossimi mesi “saranno veramente complicati”. “Veniamo da dieci anni con quattro grandi crisi – ha detto -. Oggi non possiamo affrontare un mondo completamente cambiato e diverso con vecchie ricette perché ci ritroveremmo a fare i conti con una situazione preoccupante”. Poi la condivisione delle parole del Papa. “Nella cooperazione credo ci siano elementi che rappresentano che un altro modo di lavorare, organizzare le imprese e vivere le comunità è possibile, e il festival delle peschiere è un esempio”.
La serata si è conclusa con il concerto di Dobet Gnahoré.
Si chiude questa sera alla Peschiera Mar’e Pontis.