Firmato a Oristano un protocollo d’intesa tra la Asl e numerose realtà del volontariato. Le fattorie ospiteranno persone con disagio psichico, disabili, ma anche carcerati e detenuti con misure alternative.
L’agricoltura per combattere il disagio e l"emarginazione. Un protocollo d’intesa firmato a fine agosto dall’Azienda sanitaria di Oristano con una serie di associazioni consentirà l’inserimento di persone con problemi psichici, ma anche disabilità fisiche, così come detenuti o beneficiari di pene alternative. Il documento è stato firmato dal manager dell’Asl 5, Bruno Palmas e dal direttore del carcere di Oristano, Pier Luigi Farci, assieme anche a don Giovanni Usai (presidente del consorzio Terra Madre e della cooperativa "Il Samaritano"), Stefano Mura (Confederazione italiana agricoltori) e Antonello Comina (comunità "Il Seme"). Scopo del progetto è quello di cercare di fornire ai soggetti più deboli delle nuove opportunità di inserimento lavorativo in complessi protetti. Le fattorie sociali e le aziende che vi ruotano attorno attiveranno così progetti per chi soffre di disturbi psichici, ma anche attività per il recupero di detenuti costretti altrimenti a trascorrere intere giornate in cella.
L’esperienza già avviata in passato è quella di "Terra Madre", consorzio a cui aderiscono diverse associazioni del volontariato oristanese. Una rete già funzionante che punta anche a sensibilizzare e promuovere un’agricoltura pulita, attraverso produzioni che puntino sulla solidarietà e l’abbattimento delle diversità. Anche per questo ha promosso e promuove tuttora i gruppi di acquisto solidali, diventando un punto di riferimento per numerosi cittadini in difficoltà. E grazie al protocollo siglato con la Asl, i prodotti coltivati nelle fattorie della solidarietà potranno anche andare a rifornire le mense ospedaliere, garantendo così oltre che un lavoro stabile per le persone che inserite di volta in volta, anche un’assoluta qualità e freschezza del cibo che verrà servito a sanitari e persone ricoverate. Il progetto prevede anche una serie di seminari e campagne di sensibilizzazione nelle scuole sull’educazione alimentare e sui temi del disagio e dell’emarginazione.
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