Dichiarazione di don Armando Zappolini – presidente del CNCA, rilasciata a “Famiglia cristiana”, sui tagli alle agevolazioni fiscali che riguardano la cooperazione contenuti nella manovra finanziaria.
"Le quattro manovre di bilancio varate dal Governo nello spazio di qualche settimana hanno aumentato l’iniquità che già contraddistingue il nostro Paese: evasori fiscali, speculatori, possessori di grandi patrimoni mobiliari e immobiliari, la classe politica stessa non ne vogliono sapere di fare la propria parte. I "sacrifici" toccano sempre agli stessi: il pubblico impiego, chi paga le tasse, i pensionati, i ceti più deboli.
"Nell’ultima versione della manovra finanziaria, però, il Governo ha voluto inserire anche alcuni provvedimenti che colpiscono in modo rilevante la cooperazione. È una decisione sbagliata, perché la forma cooperativa è una delle più positive peculiarità del mondo produttivo italiano e ha contribuito, con la sua azione legata al territorio, a creare un tessuto sociale più coeso.
"È, poi, particolarmente assurdo e miope che le norme introdotte nella manovra puniscano anche la cooperazione sociale, cioè quel mondo di 8.650 imprese e 300mila lavoratori – di cui qualche decina di migliaia "svantaggiati" – che si impegna ogni giorno in favore delle persone in maggiore difficoltà, ma anche per accrescere il benessere della collettività. Operatori e organizzazioni che faticano a stare in piedi prima di tutto perché Regioni ed Enti locali hanno sempre meno risorse disponibili per i servizi ai cittadini e pagano le cooperative con ritardi che arrivano anche a due anni, costringendole così a un indebitamento bancario sempre più insostenibile. La bella pensata del Governo è stata, dunque, quella di diminuire ulteriormente le risorse alle Autonomie locali e, insieme, ridurre i benefici fiscali di cui godono le cooperative. Tutto questo mentre, a parole, si tessono le lodi del terzo settore e della sussidiarietà…
"Noi non accetteremo di perpetuare un’agonia che, a questo punto, rischia di essere terminale. E ci batteremo perché i soldi che servono a salvare le finanze pubbliche non vengano presi a lavoratori e organizzazioni che quotidianamente lottano per sopravvivere e per rendere anche solo un poco migliore il nostro Paese."