Crisi: dati Istat e Bankitalia, famiglie sempre più vulnerabili
Crisi: dati Istat e Bankitalia, famiglie sempre più vulnerabili

La crisi economica rende le famiglie italiane finanziariamente più vulnerabili, lo rilevano sia l’Istat che Banca la d’Italia. Segue,

L’Istat rileva che sono 4 milioni i dipendenti che aspettano il rinnovo del contratto di lavoro. A ottobre sono in attesa di rinnovo 36 accordi contrattuali, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a circa quattro milioni di dipendenti (intorno ai 3 milioni nel pubblico impiego). La quota di dipendenti che aspettano il rinnovo e’ pari al 30,7% nel totale dell’economia, in leggero rialzo rispetto a settembre. Nel mese, intanto, le  retribuzioni orarie salgono dell’1,5% su base annua, dall’1,4% di settembre, mentre su base mensile crescono dello 0,2%. Il rialzo resta sotto l’inflazione, ma la differenza si restringe.

Nel contempo l’Istat ha reso noti anche i dati sulla fiducia dei consumatori. A novembre l’indice del clima di fiducia dei consumatori scende a 84,8 da 86,2. L’Istat spiega che si tratta del dato piu’ basso dal gennaio 1996, inizio delle serie storiche. Sul peggioramento pesano anche il deteriorarsi delle aspettative su futuro e disoccupazione. Peggiorano le opinioni e le attese sulla situazione economica della famiglia. Il saldo dei giudizi sul bilancio familiare cala, mentre opportunità attuali di risparmio e possibilita’ future segnano un miglioramento.

Inoltre sulla crisi economica interviene anche la Banca d’Italia evidenziando alcuni dati sull’andamento della crisi per le famiglie italiane.

Secondo i dati di un’indagine biennale di Bankitalia resi noti dal vicedirettore generale Salvatore Rossi, nel 2010 il 3,6% delle famiglie italiane (poco meno di 900 mila nuclei) era gravata da un servizio del debito superiore al 30% del loro reddito. Tra queste le famiglie definite ‘vulnerabili’, cioe’ quelle del primo e del secondo quartile di reddito, erano pari all’1,4% del totale delle famiglie, le prime, e all’1%, le seconde (circa 350 mila e 250 mila nuclei rispettivamente).

Nell’insieme, secondo l’indagine di Bankitalia, nel 2010 faceva capo a nuclei familiari considerati finanziariamente vulnerabili il 16% del debito delle famiglie (6% per le sole famiglie del quartile piu’ basso).

Quanto alle prospettive per il biennio 2011-2012 Via Nazionale non dispone ancora dell’indagine ma, come ha precisato Rossi, ricorrendo a simulazioni si evince che ”gli indicatori di vulnerabilita’ sarebbero rimasti all’incirca invariati attorno ai livelli di fine 2010”.
E il fatto che la vulnerabilita’ finanziaria delle famiglie italiane non sia mediamente aumentata negli ultimi due anni e’ da attribuire, secondo il vice direttore generale di Bankitalia, ”oltre che alla maggiore attenzione delle banche nella selezione della clientela, al basso livello dei tassi di interesse di mercato, conseguente alle politiche espansive attuate nell’area dell’euro; ne e’ disceso per le famiglie un contenimento dei costi dei prestiti a tasso variabile, che una componente rilevante dei prestiti in essere”.

A limitare la vulnerabilita’ finanziaria delle famiglie meno abbienti, ha concluso Rossi, ha contribuito inoltre ”la moratoria concordata con l’Abi e le associazioni dei consumatori, che dal febbraio del 2010 ha consentito a quasi 80.000 nuclei in difficolta’ di sospendere per un anno il rimborso della rata del mutuo”.

Il credito alle famiglie ”mostra segni di affanno, con i prestiti che si stanno lentamente contraendo e le nuove erogazioni che sono molto piu’ contenute degli anni scorsi”.

Per le famiglie italiane siamo al quinto anno di riduzione del reddito reale, che dal 2008 al 2011 era già sceso del 5 per cento. Quest’anno se ne profila una diminuzione anche più marcata di quella, del 2,5 per cento, avutasi in occasione della recessione del 2009. Le famiglie, pertanto, ridimensionano o rinviano l’acquisto di abitazioni e di beni di consumo durevoli; riducono di conseguenza la loro domanda di finanziamenti alle banche.

Queste, dal canto loro, subiscono da oltre un anno le ripercussioni della crisi del debito sovrano, che si riflette in una rarefazione della raccolta all’ingrosso di fondi e in un aumento del suo costo. Le banche sono indotte a contenere la dinamica del credito offerto; la valutazione della clientela si fa più selettiva, al fine di ridurre la rischiosità dei prestiti.

Fonte: www.regioni.it

Approfondimenti:
Credito alle famiglie e stabilità finanziaria – Intervento di Salvatore Rossi – 27.11.2012
Retribuzioni contrattuali

Ad ottobre 2012 l’indice aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1,5% in un anno Comunicato stampa, martedì 27 novembre 2012
Fiducia dei consumatori

A novembre 2012 l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce da 86,2 a 84,8 Comunicato stampa, lunedì 26 novembre 2012

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