Cooperative sociali in piazza contro il Comune di Roma
Cooperative sociali in piazza contro il Comune di Roma

Il 5 novembre si è svolta a Roma una manifestazione contro l’imminente bando di gara che affida il servizio di gestione del verde pubblico non prevedendo alcuna riserva per le cooperative sociali: 35 cooperative interessate, 400 posti di lavoro a rischio.

Il mondo della cooperazione sociale è sceso in piazza a Roma nei giorni scorsi, per protestare contro la Giunta comunale. Davanti al Campidoglio c’erano non solo le centrali cooperative di Legacoopsociali e Agci Lazio, ma anche tutte le cooperative sociali di inserimento lavorativo (tipo B) e i consorzi sociali della città. Scopo: dire "no" all’imminente uscita del bando di gara del Comune di Roma che affida il futuro servizio di gestione del verde pubblico senza alcuna riserva per le cooperative sociali.

Sono 35 le cooperative sociali romane di tipo B e i consorzi di cooperative che hanno sottoscritto la denuncia presentata da Legacoopsociali e Agci Lazio: tutti contestano il fatto che a fronte di una delibera di Giunta del 23 aprile scorso, nella quale il Sindaco di Roma si impegnava a riservare il 5% della quota di appalti alla cooperazione sociale, in fase di rinnovo contrattuale per il Servizio Giardini per l’anno 2010 si sia scelto di non riproporre tale riserva. A rischiare la crisi sono tutte le cooperative che da anni si occupano della manutenzione del verde pubblico della città: circa 400 le persone impiegate presso di loro. La discesa in piazza è anche la conseguenza del mancato incontro fra Legacoopsociali e Agci da un lato e il sindaco Alemanno dall’altro: previsto per ieri, è stato – protestano le cooperative – "disertato" dal primo cittadino, sollevando anche le critiche dell’opposizione in Campidoglio.

"Attualmente – spiega Pino Bongiorno, responsabile Welfare di Legacoopsociali – le cooperative sociali effettuano il 60% delle manutenzioni delle aree verdi del Servizio Giardini, occupando 400 persone. Fra queste – specifica – 58 invalidi fisici o psichici, 93 detenuti ed ex-detenuti, 122 appartenenti ad altre fasce deboli od a rischio". Secondo Bongiorno le cooperative sociali accreditate col Comune di Roma sono 53, delle quali 41 sono affidatarie del Servizio Giardini, e l’amministrazione comunale destina alla manutenzione delle aree verdi, riservata alla cooperazione sociale, un importo di 8 milioni di euro. "Il costo annuo lordo di ognuno dei 400 posti di lavoro è pari a 20mila euro – spiega il responsabile Welfare di Legacoopsociali -, cioè una cifra irrisoria: il sindaco si contraddice rispetto agli impegni presi in passato".

Fra le realtà a rischio il Consorzio ‘CO.IN. Sociale’ che ha al suo attivo oltre 1000 disabili inseriti a lavoro,  la cooperativa Matrioska che inserisce giovani con disabilità psichica e di origine straniera, Parsecflor, da anni leader nel settore florovivaistico, la cooperativa Tandem, la cooperativa Il Trattore e la cooperativa Villa Maraini. "Quello della Giunta è un atto che – denuncia Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa 29 Giugno Onlus, nata all’interno del carcere di Rebibbia – liquida l’esperienza della cooperazione sociale romana con la prospettiva della disoccupazione per centinaia di persone difficilmente ricollocabili: l’esternalizzazione dei servizi alle cooperative sociali ha infatti permesso, nel corso di questi anni, di realizzare progetti di reinserimento sociale,  assicurando al lavoratore svantaggiato un reddito sicuro con conseguente diminuzione della condizione di emarginazione e di esclusione sociale e un aumento della sicurezza con relativa diminuzione della criminalità". E sull’ipotesi di ricollocamento in aziende profit degli oltre 400 lavoratori svantaggiati, Buzzi precisa che essa "non garantirebbe le condizioni idonee al mantenimento dell’occupazione, in quanto solo in realtà come le nostre, che hanno come mission l’inserimento lavorativo, le persone svantaggiate possono trovare un ambiente favorevole al lavoro".

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