Il dilagare della cooperazione “spuria” e gli affari criminali che essa realizza sono l’oggetto di un approfondito servizio realizzato dal quotidiano La Repubblica e pubblicato lo scorso 10 dicembre.
Segnaliamo l’articolo di Davide Carlucci e Sandro De Riccardis, “Schiavi e caporali a Natale scandalo false cooperative”, pubblicato da La Repubblica lo scorso 10 dicembre 2010.
“La maggior parte delle pseudocoop non fanno parte delle centrali (Legacoop, Confcooperative, eccetera) che prevedono verifiche sugli affiliati. "C è il potere ispettivo del ministero dello Sviluppo – spiega Stefano Zamagni, economista e presidente dell agenzia per le Onlus – ma gli ispettori sono pochi, è difficile controllare. Noi possiamo intervenire solo per le cooperative sociali, ma solo inoltrando le denunce alla Guardia di finanza e all Agenzia delle entrate. Nella maggior parte dei casi si ricorre alle cooperative solo per evadere il fisco e avere agevolazioni. Lo spirito mutualistico di una volta è sparito". Così finisce che le cooperative anziché unire i lavoratori consentendo loro di emanciparsi, li dividono ulteriormente.”
“Con prezzi stracciati, è facile sbaragliare la concorrenza degli onesti. Il ministero del Lavoro, nel 2007, aveva tentato di arginare il fenomeno con un protocollo che considerava i ribassi del 30 per cento "un fattore di distorsione del mercato". Si decise di dar vita agli "osservatori permanenti", coordinati dalle direzioni del lavoro. Pochi ispettorati, però, sono riusciti a tener d occhio le cooperative spurie. Che hanno una vita media di due anni ed espellono i soci che osano prendere sul serio i loro diritti. Com è successo, ad esempio, ai 16 soci eritrei della cooperativa "Il papavero" di Cerro al Lambro, in provincia di Milano, che lavora per la Gls, che ha tra i suoi committenti le poste inglesi: a febbraio avevano indetto un regolare sciopero, ad agosto si sono ritrovati licenziati.”