L’associazione degli industriali presenta un quadro drammatico per l’economia del Paese. Nel 2012 il Pil crollerà dell’1,6%, mentre l’occupazione subirà una nuova forte contrazione, scendendo dello 0,6%. Scenari apocalittici in caso di crollo dell’euro.
L’Italia è in recessione, una recessione pesante. Nel 2012 il Pil crollerà dell’1,6%. Nel frattempo l’occupazione subirà una nuova forte contrazione, scendendo dello 0,6% l’anno prossimo e dello 0,2% in quello seguente, con 957mila unità di lavoro e 800mila persone occupate in meno rispetto all’inizio del 2008. A delineare questo quadro allarmante è Confindustria attraverso il suo centro studi.
Viale dell’Astronomia ritiene infatti molto probabile che “si attenui il reintegro delle persone in Cig, aumentino i licenziamenti e il tasso di disoccupazione salga più velocemente e raggiunga il 9% a fine 2012, rimanendo poi a tale livello nel corso del 2013”. Tra i più colpiti dalla crisi, giovani (-24,4% nella fascia 15-24enni e -13,3% per i 25-34enni da metà 2008 a metà 2011), maschi (-3,4%) e chi ha una minore istruzione (-10,6% per chi ha solo una licenza media).
Confindustria ha poi rivisto nettamente al ribasso le previsioni sul Pil diffuse appena tre mesi fa, a settembre, quando stimava una crescita dello 0,2% l’anno prossimo (ora la previsione è di un crollo dell’1,6%, appunto). Per la ripresa, sempre secondo l’associazione degli industriali, occorrerà aspettare il 2013 (Pil +0,6%). Il direttore del Csc, Luca Paolazzi, ha comunque sottolineato che quello elaborato è uno scenario ottimistico che “si basa sull’idea e la speranza che la crisi dell’area euro venga superata rapidamente, che ci consenta di bloccare il credit crunch e che rientrino rapidamente le tensioni sui tassi d’interesse a lungo termine, con il rendimento dei Btp sotto il 5% entro la primavera”.
Confindustria avverte poi delle conseguenze drammatiche che si detereminerebbero se crollasse l’euro: le quattro maggiori economie dell’Eurozona – afferma l’associazione – denuncerebbero un tracollo del Pil tra il 25-50% e svanirebbero tra i 6 ed i 9 mln di posti di lavoro per ciascun paese. Sarebbe un default per tutti, Germania compresa.
Ecco le stime proposte dal centro studi di Confindustria per le principali voci economiche:
Anno |
2011 |
2012 |
2013 |
|
+0,5% |
-1,6% |
+0,6% |