ACI: I cittadini protagonisti del futuro dell?Italia
ACI: I cittadini protagonisti del futuro dell?Italia

L’Assemblea del coordinamento dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, riunitasi a Roma il 13 febbraio 2013, ha adottato un manifesto rivolto ai cittadini ed ai candidati e candidate alle prossime elezioni politiche.

Un nuovo modello di sviluppo

A cinque anni dall’inizio di una crisi che ha cambiato il volto del paese è giunto il momento di cambiare paradigma attraverso un nuovo modello di sviluppo, fondato sul protagonismo delle persone e delle comunità, con lo scopo di promuovere una crescita di lungo periodo, sostenibile e socialmente equa.
La cooperazione intende essere protagonista di questa ricerca e di questa realizzazione, in ragione delle sue originali peculiarità: l’eguaglianza dei soci, il management democratico, lo spirito mutualistico, l’indivisibilità delle riserve, il reinvestimento degli utili.
Negli anni della crisi la cooperazione – come ha confermato il recente Rapporto del Censis – ha fatto registrare una capacità di tenuta maggiore rispetto ad ogni altra forma di impresa, in particolare sul fronte dell’occupazione, contribuendo alla limitazione delle diseguaglianze economiche e sociali.
Ma oggi anche le cooperative sono esposte a rischi pesantissimi, che possono compromettere i traguardi raggiunti e mettere anche in discussione la sopravvivenza di molte di esse.
La situazione dell’economia, e le ricadute sociali della crisi richiedono risposte urgenti, ed anche  coerenti politiche di lungo periodo.

Una nuova fase politica

L’Italia ha bisogno di una nuova fase politica che sappia:

– Riavviare e sostenere la crescita dell’economia e dell’occupazione;
– Mantenere saldo il controllo dei conti pubblici;
– Ripristinare la credibilità delle Istituzioni e la fiducia nei cittadini;
– Salvaguardare la coesione nazionale e sviluppare l’equità sociale;
– Portare a compimento la riforma degli assetti istituzionali.

Queste sono le priorità che l’Alleanza delle Cooperative Italiane indica per la prossima legislatura, e sulle quali, in spirito di assoluta autonomia e indipendenza, chiede a tutte le forze politiche che si confrontano nella campagna elettorale impegni precisi e responsabili.
Oggi, conclusa l’opera di un governo tecnico che ha saputo mettere in sicurezza conti pubblici e guadagnarsi il rispetto in ambito internazionale, il Paese ha bisogno soprattutto di immediate e durature politiche di rilancio affidate alla responsabilità di un Governo che abbia una chiara legittimazione popolare.
La stabilità finanziaria e il contenimento e la riduzione dei tassi devono dunque costituire le basi per attivare le politiche di sostegno alla crescita che costituiscono ora le priorità.
Essenziali, per una duratura politica di crescita, sono il recupero della competitività del Sistema Italia e la riduzione delle diseguaglianze sociali.
La creazione di nuova occupazione, in particolare in alcuni territori (il Mezzogiorno,  innanzitutto) e nelle fasce di popolazione più deboli (le donne e i giovani, in primo luogo) deve costituire l’impegno centrale di tutto il Paese.
Le risorse rese disponibili dalla riduzione dei tassi e dai tagli alle spese improduttive vanno destinate a politiche di sviluppo e di coesione nazionale, e a misure di sostegno per le fasce più deboli della popolazione, quelle più esposte al rischio di disoccupazione e di riduzione delle tutele sociali.
In questo quadro, gli spazi per la riduzione della pressione fiscale – il tema su cui sembra concentrarsi prevalentemente la campagna elettorale – devono servire per sostenere la crescita delle imprese e per ridurre le diseguaglianze sociali.
Poiché la pressione sui redditi da lavoro e da impresa è giunta a livelli eccessivi e scoraggia sia gli investimenti che i consumi, le riduzioni possibili vanno quindi orientate prevalentemente a favore dei redditi più bassi e delle imprese che reinvestono gli utili per creare sviluppo e nuova occupazione. Vanno anche evitati ulteriori aumenti dell’IVA, tra cui quello riguardante le cooperative sociali.
Ridare fiato agli investimenti per infrastrutture, sia a livello centrale che a livello degli enti locali; rilanciare l’edilizia e le riqualificazioni urbane; incoraggiare la spesa per ricerca e innovazione; favorire la crescita dimensionale delle imprese ai fini di una maggiore competitività sui mercati internazionali; valorizzare la filiera agroalimentare cooperativa; sostenere i consumi; riprendere con decisione l’iniziativa sul fronte delle liberalizzazioni; garantire la legalità nei mercati:  sono questi i temi più urgenti per l’attività del prossimo Governo.
Bisogna anche mettere a frutto la ritrovata credibilità in ambito europeo e internazionale, per proporre e negoziare anche a livello comunitario politiche di sostegno alla crescita, differenziando nel contempo la valutazione ai fini del patto di stabilità della spesa degli stati membri, a seconda che si tratti di spesa per investimenti o di spesa corrente.
Nel contempo, occorre definire una efficace strumentazione di regia per l’impiego delle risorse comunitarie destinate all’Italia. Con la nuova programmazione 2014-2020 bisognerà recuperare, insieme, una maggiore capacità di spesa ed una altrettanto forte sua efficacia.

Riformare le istituzioni

Spetta al nuovo Parlamento affrontare seriamente e risolvere, con la più condivisione possibile, il tema delle riforme istituzionali che, al di là dei tanti annunci e delle tante illusioni, è stato sostanzialmente tralasciato dalle ultime legislature. 

L’Italia ha bisogno di un riassetto complessivo del suo sistema istituzionale, per renderlo più credibile, più efficiente, meno costoso. Così, e con comportamenti pubblici rigorosi e affidabili, potrà essere veramente recuperata la fiducia dei cittadini.
Il superamento del bicameralismo perfetto, il ripristino di un ruolo centrale dello Stato nell’equilibrio complessivo dei diversi livelli istituzionali, la semplificazione e la riduzione del numero degli enti intermedi a partire dalle Province, l’omogeneizzazione delle regole di contabilità sono temi da tempo maturi e che richiedono solo decisioni tempestive. Parimenti non potrà essere più rinviata la riforma elettorale, ridando ai cittadini una effettiva capacità di scelta tra i candidati, e non solo tra le liste.
Senza riforme istituzionali, la riqualificazione della spesa pubblica resterà un obiettivo difficilissimo da raggiungere. Sono ancora molte le aree di spreco nella spesa pubblica: bisogna portare a compimento, e mantenere nel tempo, un serio modello generalizzato di spending review, capace di valutare effettivamente la qualità degli impieghi e di  superare definitivamente le storture del sistema dei tagli lineari. Solo così si possono liberare le risorse per investire di più in infrastrutture utili, per elevare la qualità del sistema scolastico e di quello sanitario,  per aumentare la coesione sociale selezionando i destinatari delle tutele sociali in ragione delle effettive necessità.

In relazione al funzionamento della pubblica amministrazione, due temi restano ancora sostanzialmente aperti, nonostante i tentativi effettuati nelle ultime legislature: quello della regolarità dei pagamenti dei crediti delle imprese per lavori, servizi e forniture, e quello dei rimborsi fiscali. Bisogna trovare il modo di intervenire per risolvere tutto il debito pregresso, anche quello di natura fiscale: non solo le imprese creditrici, e i lavoratori in esse occupati, ma tutto il sistema economico ne riceverebbero un enorme effetto positivo.


Valorizzare il protagonismo sociale

Come oggi ampiamente, e autorevolmente, riconosciuto una maggiore presenza della cooperazione, quale forma imprenditoriale dell’autorganizzazione dei cittadini, è un fattore positivo per la crescita economica, per la coesione sociale, per lo sviluppo di una società più giusta e più equa.
La forza della cooperazione sta nella sua capacità di saper interpretare e rispondere ai bisogni delle persone e delle comunità man mano che essi cambiano. Questa è la storia della cooperazione in Italia e nel mondo.
L’Alleanza delle Cooperative Italiane è dunque impegnata non solo a sviluppare la cooperazione nei settori in cui essa è già presente – in alcuni avendo raggiunto posizioni importanti nell’economia nazionale, come la filiera agroalimentare, la distribuzione moderna, le attività bancarie e assicurative, le costruzioni, i servizi alle persone, alle collettività e alle imprese – ma anche a proporla come modello originale di economia sociale a piccoli imprenditori, a utenti, a professionisti, a comunità.
Molti servizi che i soggetti pubblici erogano oggi in modo inefficiente e costoso, e con scarsa soddisfazione per gli utenti, possono essere prodotti e gestiti in modo diverso, riconoscendo e promuovendo forme di autorganizzazione tra i cittadini e nelle comunità, in linea col principio di sussidiarietà orizzontale sancito in Costituzione.

A questo fine, la cooperazione può mettere in campo esperienze già consolidate nell’area delle tutela della salute, ed è in grado di formulare proposte innovative nel campo dei servizi pubblici locali e delle utilities.
Su questi temi l’Alleanza delle Cooperative Italiane richiama l’attenzione delle forze politiche e dei candidati che si confrontano nella campagna elettorale, in modo che essi possano entrare a far parte dei argomenti e dei programmi per la prossima legislatura e dell’agenda del prossimo Gove
rno.

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