Quasi non si vedono e ufficialmente non combattono, ma si tratta di un vero e proprio esercito parallelo. I mercenari africani assunti dalle compagnie private americane per combattere le “guerre al terrorismo” sono più di due milioni, divisi tra Iraq ed Afghanistan
Secondo Le Temps, i soldati, prevalentemente ugandesi e keniani, si arruolano presso le società di sicurezza statunitensi che fanno affari nei territori devastati dai conflitti, ricevendo in cambio vitto, alloggio e una paga molto inferiore a quella degli altri militari. Se infatti uno statunitense guadagna 12mila dollari al mese e i sudafricani settemila, perché militarmente bene addestrati, un ugandese in media arriva a fatica a 400-500 dollari.
Le compagnie difendono però la loro attività, sostenendo che queste cifre permettono agli arruolati (che fanno di tutto, dalle guardie del corpo ai meccanici ai cuochi) di sfamare le proprie famiglie, di provvedere all’istruzione dei figli e all’acquisto dei medicinali, lussi che altrimenti non potrebbero permettersi. Inoltre la possibilità, una volta tornati a casa, di mettersi in proprio aprendo una società di sicurezza sembra essere allettante per molti.
Secondo The East African i vantaggi che gli Stati Uniti traggono da questa situazione sono rilevanti, vista la necessità dell’esercito americano di reclutare molto più personale di quello volontario. “La cosa più grave è che i mercenari assunti in questo modo non possono essere dichiarati responsabili delle violazioni dei diritti umani, come accade con i soldati regolari”, spiega al settimanale Emira Woods, rappresentante di un think tank progressista di Washington.
Certo, la situazione conviene anche ai paesi africani. In Uganda, per esempio, il business della sicurezza ha un valore di 90 milioni di dollari, contro i 70 dell’esportazione di caffè, la principale del paese. Questo spiegherebbe anche perché in Africa hanno aperto una loro sede quattro agenzie di reclutamento statunitensi, che hanno ricevuto 375 milioni di dollari ciascuna dal dipartimento per la difesa degli Stati Uniti per fornire supporto logistico alle forze armate locali.