Il Coordinamento Pesca dell’Alleanza delle Cooperative, di cui fa parte Lega Pesca, ha informato il Ministro delle Politiche Agricole, all’inizio della presidenza italiana del semestre europeo, del ricorso presentato al Tribunale di primo grado delle Comunità Europee per chiedere l’annullamento della Decisione della Commissione europea che ha adottato un piano di azione per ovviare alla carenza del sistema italiano di controllo (cosiddetto Action Plan).
L’Action Plan prevede alcune misure tra le quali, solo per citarne alcune, quella di garantire la corretta marcatura e identificazione dei pescherecci e degli attrezzi da pesca, l’introduzione di ulteriori misure di controllo per i pescherecci di LFT < di 12 metri autorizzati alla pesca del pesce spada o l’obbligo di comunicazione dell’inizio e fine della battuta di pesca e zona pesca.
Secondo le organizzazioni, che naturalmente condividono i principi della sostenibilità e la lotta alla pesca illegale, queste e anche altre misure contenute nel piano sono eccessive e di difficile realizzazione, che si tradurranno in ulteriori oneri burocratici per le imprese e in un eccessivo inasprimento delle sanzioni. Tali misure, peraltro, risultano inefficaci per la lotta alla pesca illegale.
Per questo l’ACI Pesca ha deciso di ripercorrere la strada già intrapresa con il ricorso presentato sul Regolamento Controlli, sapendo che sarà un percorso difficile ma doveroso per evitare ulteriori penalizzazioni per i pescatori.