Si chiama progetto Sardegna-Chaouia Ouardigha, la missione con cui Legacoop Cagliari porta, dal 19 al 23 giugno, ventiquattro tra aziende e cooperative in Marocco per una serie d’incontri con il governo della regione di Chaouia e alcuni imprenditori locali.

Si è svolta questa mattina, nella sede di Legacoop Cagliari, la conferenza stampa di presentazione del progetto Sardegna-Chaouia Ouardigha Internazionalizzazione d’imprese e Cooperazione fra territori. La missione con cui Legacoop Cagliari porta, dal 19 al 23 giugno, ventiquattro tra aziende e cooperative in Marocco per una serie d’incontri con il governo della regione di Chaouia e alcuni imprenditori locali, per favorire uno scambio commerciale e la nascita di nuove attività imprenditoriali.

“È un progetto cui stiamo lavorando da quasi un anno, spiega il presidente di Legacoop Cagliari Gianni Locci, con l’obiettivo di portare in quella regione una serie di aziende e cooperative, che possano trovare attività lavorative. Fondamentalmente lavoriamo su due progetti: l’agroalimentare e le costruzioni. Un altro progetto, ancora in fase di definizione, è quello di poter formare una classe manageriale marocchina. In modo anche da avere interlocutori adeguati per le nostre aziende. Il 20 giugno avremo una riunione con il governatore della Chaouia Ouardigha, mentre il 21 giugno le aziende delle due filiere visiteranno i siti interessati alle nostre iniziative”.

“Alla base di questa missione, spiega il responsabile del progetto Giulio Macciocco, c’è il concetto d’internazionalizzazione etica. Nel senso che noi aiutiamo le nostre aziende e cooperative a trovare sbocco in un mercato vicino e naturale per noi, come il nord dell’Africa. In più contribuiamo allo sviluppo delle popolazioni coinvolte, perché parte degli eventuali utili saranno reinvestiti in progetti di cooperazione allo sviluppo in loco”.

Partner fondamentale della missione di Legacoop Cagliari è, infatti, l’associazione Sandalia Onlus, che da dieci anni si occupa di cooperazione allo sviluppo in Marocco.

"Il filo conduttore di molte delle aziende che abbiamo coinvolto, conclude Gianni Locci, è la volontà di scoprire altre realtà economiche e altri mercati, in un momento di stagnazione tale in Sardegna, che l’alternativa per molte aziende è solamente quella di chiudere”.