Confcooperative Federcoopesca Sardegna, Lega Pesca Sardegna, AGCI Agrital Sardegna e Associazione armatori Motopescherecci Sardi prendono posizione contro le nuove limitazioni per le catture accessorie del tonno. Richiesto incontro urgente alla Regione Sardegna.
Circa 1.400 imbarcazioni di cui circa il 90% impegnate nell’attività di pesca artigianale con circa 10.000 operatori con l’indotto. Questi sono i numeri della pesca in mare in Sardegna, un’attività produttiva economicamente e socialmente importante per la nostra isola.
La quota di cattura di tonno rosso assegnata nel 2013 all’Italia dall’ICCAT (l’organizzazione internazionale che si occupa della conservazione dei grandi pelagici) è pari a 1950 tonnellate (contro le 1787,91 del 2012) distribuite tra i diversi sistemi di pesca circuizione (20 tonnellate), palangari (68,33 tonnellate), tonnara fissa (45 tonnellate), pesca sportiva/ricreativa (5 tonnellate) e quota non divisa destinata alle cosiddette catture accessorie (24,18 tonnellate).
Ma in Sardegna, a parte la quota delle tonnare, nessuna barca può effettuare la pesca al tonno rosso per la mancanza delle quote e queste nuove direttive (D.M. n.8447 del 17 aprile 2013) rendono praticamente impossibile effettuare almeno le catture accessorie di tonno, il tutto aggravato dal fatto che se si pesca un tonno si è comunque passibili di sanzione, non potendolo rigettare in mare e non potendolo sbarcare, una situazione paradossale.
Si tratta di una situazione divenuta ormai insostenibile che spinge verso l’esasperazione e l’illegalità l’intera categoria."
Il comunicato prosegue chiarendo che le "organizzazioni intendono attuare tutte le iniziative opportune volte a coinvolgere l’intera classe politica sarda affinché si faccia portavoce delle difficoltà oggettive in cui sono costretti ad operare i pescatori sardi presso il Ministero e gli altri enti competenti."
Documenti in allegato.