L’Assemblea generale dell’Onu ha recentemente adottato all’unanimità tre risoluzioni che riconoscono nell’ecoturismo un punto di riferimento fondamentale nella lotta contro la povertà, la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo sostenibile.
La World tourism organization (Unwto) giudica il voto «Un significativo riconoscimento del turismo come strumento per promuovere lo sviluppo sostenibile».
La risoluzione "Promotion of ecotourism for poverty eradication and environment protection" invita gli Stati membri dell’Onu ad adottare politiche che promuovano l’ecoturismo evidenziando il suo «Impatto positivo sulla produzione di reddito, la creazione di posti di lavoro e l’istruzione, e quindi sulla lotta contro la povertà e la fame». Viene inoltre riconosciuto che «L’ecoturismo crea significative opportunità la conservazione, la protezione e l’uso sostenibile della biodiversità e delle aree naturali, incoraggiando le comunità locali ed indigene nei Paesi ospitanti ed i turisti a preservare e rispettare il patrimonio naturale e culturale».
Il segretario generale dell’Unwto, Taleb Rifai, ha detto che «La Unwto accoglie con favore l’adozione di questa risoluzione sull’importanza dell’ecoturismo. Il notevole sostegno la risoluzione ha ricevuto, da parte di tutte le regioni e in tutto lo spettro dello sviluppo, è la chiara testimonianza che il turismo sostenibile ha un ruolo vitale da svolgere in un futuro più equo e sostenibile per tutti».
La risoluzione, presentata dal Marocco e appoggiata da un numero record di Stati: 105, si basa sulle raccomandazioni contenute in una rapporto della Unwto che scaturiva dalle risposte da 48 Stati e che, con uno strappo alla prassi abituale, è stato accolto dall’Assemblea Onu. In linea con le raccomandazioni dell’Unwto, la risoluzione sottolinea la necessità di piani nazionali per il turismo che tengano conto della domanda di mercato e dei vantaggi competitivi locali. Inoltre incoraggia inoltre gli Stati membri a «Promuovere gli investimenti nell’ecoturismo, conformemente alla loro legislazione nazionale, incluso la creazione di piccole e medie imprese, la promozione di cooperative e facilitare l’accesso ai finanziamenti attraverso servizi finanziari inclusivi, come le iniziative di microcredito per le comunità povere, locali e indigene, nelle aree con un potenziale di ecoturismo e nelle zone rurali».
Il testo approvato si basa su una risoluzione dell’Onu del 2010 sullo stesso argomento, e riflette gli sviluppi avvenuti da allora, cioè l’inclusione per la prima volta del turismo nel documento finale della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio +20) ed i risultati della 11esima Conferenza delle pari della Convention on biological diversity (Cbd) di Hyderabad del 2012. La risoluzione mette chiaramente l’ecoturismo all’ordine del giorno dell’Onu e chiede all’Unwto di presentare un "follow up report" sull’argomento alla 69esima sessione dell’Assemblea generale dell’On che si terrà 2014.
Il testo sullo sviluppo sostenibile nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo riconosce che nella maggior parte di questi Paesi il turismo contribuisce ampiamente a creare lavoro, al reddito e alla crescita economica.
L’Assemblea generale dell’Onu fa però notare che «I cambiamenti climatici potrebbero compromettere la sostenibilità del turismo nelle isole e negli arcipelaghi», per questo incoraggia l’Unwto e le altre agenzie Onu interessate, insieme ad altri protagonisti del turismo, a «Sostenere lo sviluppo della messa in opera nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo delle misure prese per promuovere il turismo sostenibile».
La risoluzione, che si basa sul Codice mondiale etico del turismo, sottolinea la necessità di «Promuovere lo sviluppo del turismo sostenibile e di aumentare i profitti per le comunità ospitanti, preservandone allo stesso tempo l’integrità culturale ed ambientale e rafforzandone la protezione delle aree ecologicamente sensibili e del patrimonio naturale».
Il testo approvato dall’Onu invita i governi e altre agenzie pubbliche e private che non l’hanno ancora fatto a sottoscrivere i principi del Codice mondiale etico del turismo e ad inserirlo nelle loro legislazioni nazionali, nelle loro pratiche professionali e nei loro codici di condotta.