Cresce la produzione energetica da fonti rinnovabili in Sardegna
Cresce la produzione energetica da fonti rinnovabili in Sardegna

Si è appena conclusa l’VIII Conferenza del Mediterraneo su generazione, trasmissione, distribuzione e conversione dell’energia promossa dal Dipartimento energia elettrica ed elettronica della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari.

In Sardegna la potenza elettrica installata (2012) è pari a 5.010 MW: gli impianti termoelettrici rappresentano 3.066 MW (61%), le centrali eoliche ben 962 MW (19%), gli impianti fotovoltaici costituiscono 521 MW (11%), mentre gli impianti idroelettrici hanno una potenza installata pari a 461 MW (9%).  La produzione di energia elettrica isolana si divide in produzioni da fonti termoelettriche per l’82% e in produzione da fonti rinnovabili per il 18% (fonte eolica 8% + fonte bioenergetica 5% + fonte idroelettrica 3% + fonte solare 3%).

Sono dati pubblicizzati nel corso dell’VIII Conferenza del Mediterraneo su generazione, trasmissione, distribuzione e conversione dell’energia promossa dal Dipartimento energia elettrica ed elettronica della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari e fanno ben sperare per una progressiva crescita nella sostituzione di quote sempre maggiori di produzioni energetiche da fonti termoelettriche da parte delle fonti rinnovabili.    In particolare è stata molto forte la crescita nel settore fotovoltaico rispetto al 2011 (319,1 MW di potenza installata): + 163,27%.  E senza dimenticare la più importante fonte “ecologica”: il risparmio energetico.

 *****

CAGLIARI.  In Sardegna aumenta la quota di produzione di energia da fonti rinnovabili: siamo al diciotto per cento mentre la produzione elettrica nell’isola per l’82% arriva da produzioni termoelettriche. Sono alcuni dei dati divulgati ieri nell’ottava edizione della «Conferenza del Mediterraneo su generazione, trasmissione, distribuzione e conversione dell’energia», i cui lavori si sono aperti ieri a Cagliari e proseguiranno sino a domani. Eolico, biomasse e fotovoltaico – è stato sottolineato – per un futuro con meno costi economici ed inquinamento ambientale. Lo staff del dipartimento energia elettrica ed elettronica, della facoltà di Ingegneria di Cagliari ha elaborato un prospetto che evidenzia i dati di consumo e provenienza dell’energia elettrica nell’isola. Sul 18% di rinnovabili la parte principale spetta all’eolico con l’8%, seguito dalle bioenergie con il 5%, e dalle energie idroelettrica e fotovoltaica entrambe al 3%. La Conferenza coniuga ricerca scientifica, analisi di mercato e energie rinnovabili. «Siamo al lavoro anche sulle reti intelligenti, indispensabili per ragionare sull’integrazione delle energie rinnovabili, in un percorso che conduca alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica» ha spiegato il direttore della scuola di dottorato in Ingegneria industriale, Fabrizio Pilo. Il dipartimento opera su energie ricavabili da biomasse, eolico e mini eolico, fotovoltaico. Inoltre, i ricercatori cagliaritani – con gli studiosi di Enel, università di Padova e la seconda università di Napoli – sono impegnati sul progetto Atlantide che, finanziato dal ministero per lo Sviluppo economico, si occupa di reti «intelligenti», energia pulita e fonti rinnovabili. La Conferenza è coordinata dal Diie, diretto da Giuseppe Mazzarella, e fra i relatori che parleranno domani ci sono alcuni dei principali esperti in ambito mondiale. Per quanto riguarda la potenza elettrica installata gli ultimi dati aggiornati a pochi giorni fa attestano che gli impianti idroelettrici sono in grado di fornire 461 MW pari al 9 per cento; gli impianti termoelettrici, preponderanti, assicurano 3066 MW e quindi il 61 per cento dell’energia prodotta e consumata nell’isola; gli impianti eolici, in forte crescita, producono 962 MW (il diciannove per cento complessivo); infine i fotovoltaici rappresentano l’undici per cento delle produzioni con 521 MW. Nell’isola la produzione elettrica ammonta complessivamente a 5006 MW; la maggiore domanda viene da Cagliari con 4275 mv (il 38%), segue la provincia del Sulcis (per via dell’industrie energivore) col 28% e poi Sassari col 12% e un totale di 1356 mv.

Fonte:
La Nuova Sardegna
, 2 ottobre 2012

Segnalazione:
Gruppo d’Intervento giuridico – Lega per l’Ambiente

Condividi sui Social Network