Lo spread dei BTP e le difficoltà delle banche è la prima preoccupazione del Governo Monti, la lotta alla povertà e i problemi delle famiglie non rappresentano invece, e purtroppo, un’emergenza della politica.
Pubblichiamo integralmente un comunicato emesso dalla CISL Sardegna, a firma del Segretario generale Mario Medde, sulla difficilissima situazione economica e sociale della nostra isola.
"Anche a livello regionale la lotta alla povertà e per il lavoro non registra iniziative adeguate alla drammaticità di un fenomeno in grande crescita, +2,6% nel 2011, rispetto al 2010, con un’incidenza sulle famiglie della povertà relativa pari al 21,1%.
L’opinione pubblica registra i singoli casi del disagio economico e sociale, ma l’insieme dei problemi e l’impatto che questo determina nella frantumazione della coesione sociale viene sottovalutato; il fenomeno povertà diventa però una caratteristica travolgente dell’attuale crisi dell’Isola.
Lo spread è nelle prime pagine non solo dei giornali, ma anche della politica. Lo stesso non può dirsi, appunto, del fenomeno povertà e delle misure necessarie a contrastarlo.
Nel Nord l’incidenza della povertà nelle famiglie è del 4,9%, nel Centro del 6,4%, nel Mezzogiorno del 23,3%, in Italia dell’11,1%. In Sardegna, però, dal 2010 al 2011 si è registrato il maggiore incremento rispetto a tutte le altre regioni del Paese, a testimoniare un’evoluzione drammatica della crisi produttiva e delle difficoltà delle famiglie a governare un processo di impoverimento che la vede del tutto sola rispetto a un ruolo primario che lo Stato dovrebbe invece assolvere.
Se il sindacato ritorna costantemente su questo problema è perché è indispensabile monitorare periodicamente sia i casi più eclatanti della povertà e dell’assenza di lavoro, attraverso un osservatorio che veda protagoniste le rappresentanze che operano nella trincea del lavoro e della povertà, sia predisporre con priorità assoluta un programma pluriennale di lotta alla povertà assoluta e relativa che si integri con un Piano straordinario per il lavoro, e con una rivisitazione del sistema regionale di welfare per rafforzarlo alla luce della legislazione nazionale di settore.
Da sottolineare che anche i dati ISTAT non registrano l’entità reale del fenomeno povertà in Sardegna. Infatti, i numeri sono ancora più preoccupanti se sommiamo il disagio dei pensionati al di sotto della soglia della povertà relativa (1.011,03 per una famiglia di 2 componenti), quanti percepiscono le integrazioni al reddito (disoccupati, cassintegrati e lavoratori in mobilità) e giovani inoccupati senza alcuna tutela.
Un dato spaventoso che si aggira intorno alla 700 mila unità e sulle quali non si può attendere la ripresa economica per vederli ridurre di numero o ritenere che la priorità spetti ai tagli della spesa pubblica sulla quale incide la speculazione finanziaria e le rendite di posizione della politica e dei ceti più privilegiati.
Per questo chiediamo non solo di gestire la povertà attraverso le opere caritatevoli, pur esse necessarie, ma anche attraverso politiche e misure in grado di rimuovere le cause della povertà e della disoccupazione. La persona e la famiglia deve tornare ad essere al centro delle preoccupazioni e dell’iniziativa politica e legislativa della Regione e del Governo."
Mario Medde
Segretario generale CISL Sardegna