La Banca d’Italia ha analizzato gli effetti della crisi finanziaria sul mercato del credito che riguarda la contrazioni di mutui per acquisto di abitazioni. Nel periodo 2008-2011 i mutui concessi dalle banche sono scesi di oltre il 20% rispetto al 2004-2007.
Il dato conferma la flessione delle erogazioni già rilevate da altri osservatori sul credito: la rilevazione di Banca d’Italia è sul quadriennio 2008-2011; in realtà L’Osservatorio sul credito al dettaglio di Assofin, Crif e Prometeia, ha rilevato una flessione più accentuata nell’erogazioni dei mutui nel primo trimestre 2012 (47%), così come l’Eurisc nei primi cinque mesi del 2012 (45%). Tutti i dati confermano comunque quanto rilevato dall’Agenzia del Territorio circa l’andamento delle compravendite residenziali, strettamente legate alle erogazioni dei mutui, in flessione, nel I trimestre 2012, del 19,6%.
E’ sempre più evidente quanto l’acquisto di abitazioni non sia ormai compatibile con le condizioni economiche delle famiglie, ma soprattutto quanto l’abitazione in proprietà non rappresenti più una soluzione per risolvere il problema abitativo di bisogni emergenti, soprattutto per particolari categorie maggiormente vulnerabili e considerate dalle banche “a maggiore rischio”: la riduzione di acquisti è risultata infatti particolarmente accentuata per le famiglie più giovani (la diminuzione si attesta sul 30%) e quelle originarie di paesi non appartenenti all’Unione Europea, che avrebbero quindi risentito maggiormente sia della fase negativa del ciclo economico, caratterizzata dall’aumento del tasso di disoccupazione e dal calo sostenuto dei redditi delle famiglie, sia delle politiche più selettive da parte delle banche.
Proprio in riferimento ai giovani, per sostenere domande di mutuo di giovani coppie e precari, il Governo aveva stanziato lo scorso anno un fondo specifico attraverso una norma che le associazioni dei consumatori hanno denunciato come inapplicata dagli istituti bancari e rispetto alla quale è stata anche presentata un’interrogazione al Ministro per la Cooperazione Internazionale ed Integrazione e al Ministro dell’Economia e delle Finanze. Le difficoltà nell’accedere al credito ed acquistare un’abitazione, unita alla quasi impossibilità di trovare una soluzione abitativa alternativa nel mercato dell’affitto, hanno reso i giovani maggiormente dipendenti dal punto di vista finanziario e hanno rafforzato la tendenza, già in atto da tempo, a ritardare l’uscita dalla famiglia di origine per costituirne una propria o intraprendere, comunque, un percorso di autonomia sociale.
Domande che negli annni hanno subito profonde modificazioni mostrano oggi la necessità di una nuova politica della casa che affronti situazioni di emergenza non più rinviabili (600mila domande di aventi diritto giacciono inevase presso Comuni ed ex IACP, 400mila famiglie nel 2010 hanno richiesto il contributo intergrativo all’affitto, ormai azzerato negli stanziamenti, circa 64mila provedimenti di sfratto sono stati emessi nel 2011, la quasi totalità per morosità). E’ necessario tuttavia affrontare anche i nodi strutturali del disagio abitativo che oggi riguarda fasce sempre più ampie di popolazione e che incide sempre più sul percorso di vita delle persone, invertendo la scelta che negli anni ha incoraggiato esclusivamente l’acquisizione in propietà, come unica soluzione ai bisogni abitativi.
In allegato: Sintesi del rapporto Banca d’Italia “La crisi e le famiglie italiane: un’analisi microeconomica dei contratti di mutuo”.