Libera: «In attesa dei risultati delle indagini, il nostro impegno in quel territorio proseguirà con più determinazione e corresponsabilità. Non ci fermeremo». Segue.
Il 1 giugno un incendio doloso ha distrutto 2000 aranci e 100 ulivi. Il terreno, sei ettari in contrada Casabianca località Belpasso (Catania) era stato affidato ai giovani della cooperativa “Beppe Montana Libera Terra dopo essere stato confiscato al clan mafioso della famiglia Riela”.
Dopo i primi accertamenti e la conta dei danni, i ragazzi della cooperativa hanno sporto denuncia contro ignoti alla locale compagnia dei Carabinieri . Durante i sopralluoghi delle forze dell’ordine è stato ritrovato un orologio bruciato e un foro nella rete che delimita il perimetro del terreno.
Immediata la reazione di Libera:"Le fiamme che hanno colpito l’agrumeto provocano disorientamento e fatica ma non fermeranno la scelta, l’impegno, la determinazione di Libera e della sua rete nell’opera di restituzione alla collettività in Sicilia, come in tante altre parti del Paese, di quanto le mafie hanno sottratto con la violenza e la minaccia."
"Proprio perché i tempi sembrano più difficili occorre moltiplicare le ragioni della speranza, la determinazione dell’impegno, la costanza della denuncia, la responsabilità della proposta e del progetto. Il nostro impegno per la legalità e la giustizia proseguirà senza cedimenti, consapevoli della corresponsabilità e della concretezza che in quella terra come nel resto del Paese stiamo cercando di costruire".
Espressioni grezze di una mentalità violenta che nel tempo ha cercato di rallentare il processo di legalizzazione nelle terre dei mafiosi. Lo dimostrano la lettera contente minacce di morte recapitata, poco tempo fa a Mimmo Nasone, coordinatore di Libera a Reggio Calabria e il vile atto di questi giorni.
Subito si è sollevato un coro unanime di solidarietà.Rita Borsellino: “Esprimo tutta la mia solidarietà nei confronti dei giovani imprenditori della cooperativa Beppe Montana Libera Terra. Per quanto gravi siano i danni arrecati, non sarà certo un incendio a fermare il loro lavoro. Il loro impegno, che è al contempo impegno per la legalità e per lo sviluppo, deve andare avanti e merita la massima attenzione di tutti, società e istituzioni”. Vicinanza espressa anche dalla Cgil nazionale attraverso il responsabile sicurezza Luciano Silvestri: “Chi tocca un bene confiscato non mina solo una attività imprenditoriale sana, ma un bene dello Stato, ci auguriamo quindi che la reazione delle Istituzioni sia adeguata, immediata e efficace”.
“Questi vili atti intimidatori rappresentano l’ennesima dimostrazione che chi si impegna nel riutilizzo sociale dei beni confiscati va maggiormente sostenuto e tutelato, perché rappresenta un punto di riferimento volto a coniugare lavoro e sviluppo, i principali antidoti alla pervasività mafiosa. Lo Stato può e deve fare di più”.
Non ha fatto mancare il suo appoggio l’eurodeputato, vicepresidente della commissione antimafia del Parlamento europeo Rosario Crocetta: "Gli attentati della mafia sono orribili sempre, ma quando colpiscono l’impegno e gli ideali delle ragazze e dei ragazzi, diventano insopportabili". "I giovani di Libera in questi anni in Sicilia hanno recuperato aziende, terreni, case che la mafia aveva sottratto ai cittadini attraverso la violenza e il malaffare, facendoli diventare produttivi. Ragazze e ragazzi che si sono trovati sempre di fronte a ostacoli terribili messi in atto da mafiosi, che non hanno esitato a inacciare, colpire, bruciare il lavoro di tanti mesi e anni. Oggi vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà vera e sincera all’Associazione Libera di Don Ciotti e ai giovani di Belpasso, sicuri che l’atto vile di cui sono stati vittime non fermerà ma anzi rafforzerà la loro volontà di riscatto, partecipazione democratica e crescita civile. Come Commissione europea di contrasto alla criminalità, stiamo lavorando affinché la questione dei beni confiscati diventi direttiva Ue, così che nessuno stato si possa esimere dal recuperare a beneficio dei cittadini i beni mafiosi".
Sostegno anche da Giuseppe Lumia componente della Commissione nazionale antimafia: “L’incendio che domenica scorsa ha distrutto 6 ettari di agrumeto in provincia di Catania, coltivati dalla Cooperativa ‘Beppe Montana Libera Terra’ su un terreno confiscato alla mafia, è un tentativo meschino di intimidire e scoraggiare decine di giovani che si danno da fare per creare sviluppo nella legalità. A loro va la mia solidarietà ed il mio pieno sostegno”. “Il riuso sociale e produttivo dei beni confiscati è una forte insidia al potere mafioso che i boss tentano di impedire in tutti i modi, perché un bene riutilizzato dimostra che la legalità conviene, produce ricchezza, posti di lavoro, diritti e libertà. Ecco perché bisogna investire più risorse ed energie per incoraggiare il movimento antimafia” (di Lara Borsoi).
Dalla redazione di Legacoopsardegna.it la solidarietà ai lavoratori della cooperativa “Beppe Montana Libera Terra” e all’associazione fondata da Don Ciotti “Libera”.