Nato l?Osservatorio UBI Banca sulla finanza e sul terzo settore
Nato l?Osservatorio UBI Banca sulla finanza e sul terzo settore

UBI Banca, con il supporto scientifico di AICCON e la collaborazione di ISNET (www.impresasociale.net), ha presentato l’Osservatorio UBI BANCA sulla Finanza ed il Terzo Settore. Segue …

E’ la prima realtà in Italia che si propone come punto di riferimento per l’elaborazione e la diffusione di dati relativi al fabbisogno finanziario del Terzo Settore.


Nel 2011 l’attenzione dell’“Osservatorio Finanza e Terzo Settore” si è focalizzata sulle cooperative sociali che in Italia sono circa 14.000 ed occupano 317.339 persone per un valore della produzione complessivo pari a 8,97 miliardi di euro (Fonte EURICSE).


Le prime rilevazioni hanno riguardato i rapporti intercorrenti tra istituti di credito e cooperative sociali,
raccolti su un campione di 500 organizzazioni rappresentative della cooperazione sociale in Italia. Interrogati sulla loro percezione relativamente all’applicazione di condizioni particolari riservate al terzo settore rispetto alle imprese for profit, il 54.2% degli intervistati ritiene che le banche di riferimento non siano in grado di valorizzare le loro peculiarità e che non riservino condizioni personalizzate per il terzo settore, sottolineando anzi come le cooperative sociali evidenzino difficoltà di accesso al credito – nonostante una cooperativa su tre dichiari di non avere debiti e solo il 17,8% preveda un aumento significativo del livello di indebitamento –, mentre il 17.6% sostiene di non aver sufficienti elementi per valutare la differenza di trattamento.

Una cooperativa sociale su tre è in rapporti con una sola banca, mentre solo il 28% degli intervistati dichiara di lavorare con più di due banche. Il 38.8% delle cooperative si dichiara comunque soddisfatta dei rapporti con gli istituti bancari; tra queste è più alta la percentuale di coloro che ritengono di avere condizioni migliori rispetto alle imprese profit.

Per quanto riguarda l’andamento della previsione delle entrate per l’anno 2012, le cooperative sociali che operano in prevalenza a favore del mercato sono più ottimiste rispetto a quelle che operano in relazione prevalentemente con il pubblico (18,2% delle cooperative che svolgono attività di vendita di prodotti e servizi a mercato prevedono un andamento in crescita e in forte crescita, contro l’8,2% di cooperative le cui entrate derivano prevalentemente da contributi e convenzioni con la pubblica amministrazione).

Inoltre i servizi bancari e finanziari di cui le cooperative sociali intervistate si avvalgono maggiormente coincidono con i prodotti/servizi relativi all’operatività quotidiana, quali la disposizione di bonifici ed il pagamento di stipendi (rispettivamente 99% e 97.6% del campione), l’utilizzo di ricevute bancarie (67.4%) e di RID attivi (50.6%). Il ricorso ai finanziamenti riguarda invece appena una cooperativa su quattro: negli ultimi 12 mesi infatti solo il 28.2% ha utilizzato un finanziamento per la gestione delle attività ed il 25.6% per sostenere investimenti destinati allo sviluppo. È risultato inoltre molto basso l’uso di strumenti orientati alla raccolta fondi (solo l’8,8% delle cooperative sociali intervistate utilizza il web per il fund raising).

Dall’indagine si può affermare che le cooperative sociali, per affrontare la crisi, stanno rivedendo gli obiettivi strategici. Se negli anni scorsi hanno investito in innovazione (migliorando e razionalizzando processi organizzativi interni, definendo nuovi prodotti o servizi, etc.) ritenendo di poter approfittare di una ripresa economica che poi non si è verificata, oggi stanno orientando le energie per consolidare le relazioni, i partenariati, le aggregazioni.
Oggi diventa dunque sempre più strategico instaurare relazioni e partnership per promuovere investimenti rivolti ai nuovi mercati non più presidiati dalla presenza del settore pubblico (servizi ambientali, assistenza socio-sanitaria, turismo, servizi alla persona).

Come afferma Rossella Leidi Vice Direttore Generale e Responsabile Commerciale di UBI BancaIl dato di partenza è che in Italia non esiste un livello di conoscenza adeguato al grado di evoluzione raggiunto dalla finanza nel Terzo Settore; di fatto manca ancora la capacità di dimostrare in maniera aggregata i fabbisogni finanziari delle organizzazioni non profit e delle cooperative sociali nello specifico. Proporsi con efficaci soluzioni di partnership può consentire la creazione di canali preferenziali di dialogo per sostenere lo sviluppo di queste realtà che, a fronte dei cambiamenti della domanda di welfare, sono chiamate a ripensare la propria attività affrontando il crescente bisogno di risorse in un contesto di forte diminuzione dei finanziamenti pubblici e del supporto dei privati”.

In questo contesto, secondo Paolo Venturi, direttore di AICCON, “L’Osservatorio su Finanza e Terzo Settore rappresenta un’innovazione positiva, da un lato per il settore non profit poiché la finanza risulta uno strumento indispensabile per aumentare l’autonomia di questo settore sempre più protagonista nel rispondere ai bisogni sociali emergenti, dall’altro per la finanza stessa che negli ultimi anni guarda sempre con maggiore interesse al Terzo settore e deve investire su di esso”.

Per maggiori informazioni visita il sito www.ubibanca.com

Scarica il documento con le principali conclusioni dell’indagine
Leggi l’articolo del Sole24Ore dedicato all’Osservatorio
Leggi l’articolo dell’Avvenire dedicato all’Osservatorio

Fonte: www.aiccon.it

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