“Uno sciopero generale del popolo sardo, con il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutte le rappresentanze sociali ed economiche e dell’associazionismo, è stato deciso da CGIL CISL UIL della Sardegna per venerdì 11 novembre 2011.” Segue…
"Di fronte alla crisi economica e sociale dell’Isola, con un aumento vertiginoso dei disoccupati, degli inoccupati e dei precari, all’impoverimento complessivo delle comunità e delle famiglie, la decisione del sindacato vuole contrastare il silenzio colpevole di chi fa pagare ai lavoratori e ai pensionati il costo della crisi, mentre nessun sacrificio viene da chi possiede in-genti patrimoni e da chi non riesce, né vuole intaccare i costi della politica, e riformare le istituzioni per garantire maggiore efficienza ed efficacia attuativa e di governo.
Una grande manifestazione del popolo sardo per dire basta ai ritardi e all’inefficienza della Regione e dello stesso Governo nazionale che non è ancora riuscito a convocare un confronto per il riconoscimento dello status di insularità e per rilanciare le attività produttive e il lavoro nell’Isola.
Uno sciopero generale per chiedere alla politica sarda, e in primo luogo alla Giunta regionale, una forte discontinuità nelle politiche del lavoro, dello sviluppo e delle riforme istituzionali a fronte di una stasi che rende ancora più difficile l’impatto con la crisi internazionale e complicate le soluzioni ai problemi della crescita economica e sociale della Sardegna.
E’ il momento di ricorrere a una forte e diffusa mobilitazione per chiedere una svolta alla politica sarda e per ridare forza, ruolo e credibilità alla massima istituzione regionale nei confronti dello Stato e dell’Unione europea.
Nei prossimi giorni CGIL CISL UIL attiveranno gli incontri con le associazioni degli enti locali e con tutte le altre Organizzazioni di settore, del volontariato e della cultura, per costruire insieme un’iniziativa che deve realmente rappresentare nel numero e nei contenuti delle proposte l’intero popolo sardo."