Giunta Cappellacci illegittima. Il Tar azzera il governo sardo
Giunta Cappellacci illegittima. Il Tar azzera il governo sardo

Il Tar della Sardegna ha accolto il ricorso contro la Giunta regionale composta da soli uomini presentato dalla consigliera regionale del Pd Francesca Barracciu assieme a cinque associazioni e a diversi esponenti politici sardi. Sentenza in allegato. Segue …

"Nell’impugnazione della composizione dell’esecutivo si contestava la violazione dell’articolo 51 della Costituzione che garantisce l’accesso a tutti i cittadini agli uffici pubblici e alle cariche elettive e promuove la pari opportunità tra uomini e donne. Il ricorso – aveva spiegato il giorno della presentazione, nel novembre scorso, la Barracciu- si ispira a quello accolto dal Tar della Puglia che – aveva ricordato l’esponente dell’opposizione – ha ritenuto l’articolo 51 della Costituzione direttamente applicabile senza bisogno di ulteriori passaggi di leggi regionali. 

LA SENTENZA

Il presidente della Giunta regionale "non ha compiuto la necessaria attivita’ istruttoria per acquisire la disponibilita’ alla nomina di persone di sesso femminile, ne’ ha motivato adeguatamente le ragioni della mancata applicazione del principio dell’art. 51 della Costituzione". Lo sostengono i giudici del Tar Sardegna che hanno accolto il ricorso presentato da associazioni femminili contro la composizione della Giunta Cappellacci che aveva escluso la presenza femminile dall’esecutivo. Nelle diciotto pagine della sentenza i giudici amministrativi ricordano che "l’art 51, come il 3, il 97 e il 4 della Costituzione operano di per se’, senza bisogno di disposizioni attuative ulteriori". 

Il Tar ribadisce "l’accesso in condizioni di eguaglianza ai pubblici uffici e cariche elettive, a prescindere dal sesso di appartenenza. Nella vicenda – scrivono i giudici – si evidenzia una tenace e riaffermata volontà politica di escludere le donne dalla gestione dell’ente regione, con l’implicita ammissione che solo una legge regionale potrà eventualmente costringere ad una composizione equilibrata della Giunta". C’e’ stata, quindi, "una totale disapplicazione delle norme e dei principi costituzionali volti ad affermare l’esigenza che non ci siano forme di discriminazione a carico delle donne non solo in occasione dello svolgimento di competizioni elettorali, ma anche e soprattutto allorché si cerchi di procedere alla nomina degli organi deputati alla gestione dell’Ente regione".

Con la sentenza il Tar Sardegna ha annullato i provvedimenti di nomina, il 4 ottobre 2010, degli assessori Mario Floris (Affari generali), Giorgio La Spisa (Bilancio e programmazione), Giorgio Oppi (Ambiente), Andrea Prato (Agricoltura), poi sostituito da Mariano Contu, Oscar Cherchi (Industria), Franco Manca (Lavoro), Sergio Milia (Cultura), Antonello Liori (Sanita’), Angelo Carta (Trasporti), poi usciti dall’esecutivo; quelli con cui il 5 ottobre successivo sono stati nominati assessori Nicola Rassu (Urbanistica) e Sebastiano Sannitu (Lavori pubblici); quello del 6 ottobre della nomina di Luigi Crisponi ad assessore al Turismo, Artigianato e Commercio; e i più recenti del 28 febbraio scorso per la nomina di Christian Solinas ad assessore ai Trasporti, e di Mariano Contu, il 7 marzo, ad assessore all’Agricoltura. 

Progressivamente, dall’inizio della legislatura, la componente femminile si e’ persa nei numerosi rimpasti di Giunta, nata nel rispetto della parità di genere in ossequio alla legge statutaria della Regione, poi cassata dalla Corte costituzionale. Dopo la pronuncia della Consulta, le donne sono state pian piano sostituite da assessori uomini.

Oltre ai decreti di nomina, il Tar ha annullato, come richiesto dal ricorso, anche "ogni altro atto presupposto, inerente o conseguenziali" ai decreti di nomina degli assessori. Per il lungo elenco di firmatarie del ricorso, donne singole o rappresentate da associazioni che si sono affidate allo studio dell’avvocato Costantino Murgia, quella di oggi e’ una giornata storica. 

La seconda sezione del Tar Sardegna presieduta da Rosa Panunzio (consigliere Francesco Scanu, estensore Tito Aru), nel motivare la loro decisione, hanno ripercorso le vicende che hanno portato alla nomina dei 12 assessori uomini. Dopo la vittoria elettorale, il presidente Cappellacci aveva nominato 4 assessori donna, ma allora era in vigore la norma statutaria che imponeva le "quote rosa" (pari al 40 per cento), una norma che venne cancellata dalla Corte Costituzionale nel maggio del 2009. Nell’ottobre 2010 "il presidente in carica provvedeva alla nomina di una nuova compagine assessoriale, questa volta non incontrando, in materia di pari opportunità, il limite della legge statutaria", ormai non più in vigore. "Ebbene, in tale occasione si e’ proceduto alla nomina di 12 assessori tutti uomini", si legge nella sentenza. I giudici amministrativi evidenziano ancora che anche quando furono cambiati degli assessori, furono scelti ancora una volta due uomini. Da qui la volontà di escludere le donne riscontrata dal Tar.

 

I COMMENTI

 

CAPPELLACCI, "LE SENTENZE SI RISPETTANO"  – "Le sentenze si rispettano". Così, il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ha commentato la decisione del Tar Sardegna che ha annullato i decreti di nomina del suo esecutivo. "Nella prima Giunta ho nominato per scelta politica e per convinzione diverse donne", ha aggiunto il presidente nel ricordare anche i numerosi ruoli ricoperti da figure femminili nell’amministrazione e negli enti regionali. "Sarò lieto, pertanto, di poter uniformare la composizione della Giunta ai rilievi del tribunale amministrativo regionale".

LAI (PD), ORA CAPPELLACCI SI DIMETTA  – "La decisione del Tar che ha accolto il ricorso presentato dalla vice segretaria del Pd Francesca Barracciu, relativo alla mancanza di donne nell’esecutivo regionale e’ l’ennesima conferma di quanto sia inadeguata la maggioranza, ormai a pezzi, che governa la regione" Lo afferma il segretario regionale del Pd. "Una sentenza che da’ ragione, doppiamente, alle denunce e prese di posizione del Pd. Da una parte c’e’, infatti, la sentenza che annulla un esecutivo e quindi una vittoria sotto il profilo guiridico. Dall’altra una vittoria morale. Ora Cappellacci e la sua maggioranza devono fare solo una cosa per il bene dei sardi. Rassegnare le dimissioni".

MILIA (PD): ART.51 CARTA DIRETTAMENTE APPLICABILE  – "Riceviamo con soddisfazione la sentenza del Tar Sardegna che azzera la giunta regionale per il mancato rispetto della presenza femminile nell’esecutivo". E’ il commento del presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia, alla pronuncia dei giudici amministrativi. "Assieme ad altri rappresentanti della Provincia di Cagliari, come l’Assessore del Bilancio Laura Pulga e la consigliera Rita Corda, abbiamo a suo tempo sottoscritto il ricorso che ha portato a questo importante risultato. Superando il concetto di quote rosa, e’ fondamentale rilevare che finalmente i Tribunali amministrativi giudicano direttamente applicabile l’articolo 51 della Costituzione, senza necessità di ulteriori riferimenti negli statuti delle singole amministrazioni". 

SCHIRRU E PES, SENTENZA TAR MONITO AI PARTITI  – "Una vittoria di cui gioire e festeggiare, un monito su cui riflettere per tutti i partiti e le istituzioni nei vari livelli, di cui si deve fare tesoro per l’immediato futuro". Così le deputate sarde del Partito democratico, Amalia Schirru e Caterina Pes, commentano la pronuncia del Tar Sardegna sul ricorso contro l’assenza di donne nella giunta regionale. "Una vittoria non solo per le donne, escluse totalmente dall’esecutivo sardo e per il rispetto delle pari opportunità, ma per tutti i cittadini e per la democrazia. Dopo l’azzeramento di luglio scorso della giunta romana, arriva questo segnale importante anche per la nostra Regione. Ora, dal Presidente Cappellacci ci aspettiamo l’immediato azzeramento della Giunta".

PIRAS (SEL), FINE DEL MEDIOEVO IN SARDEGNA  – "La sentenza del Tar Sardegna sulla Giunta Cappellacci e’ un atto di straordinaria importanza: e’ la fine del Medioevo in Sardegna e apre finalmente la strada a un percorso di reale democratizzazione delle nostre istituzioni". E’ il commento del coordinatore regionale di Sel, Michele Piras, alla pronuncia con cui il Tar ha annullato i decreti di nomina degli assessori di una giunta regionale tutta maschile. "Cappellacci e il centrodestra hanno ormai palesemente fallito su tutti i fronti. E’ ora che ne prendano atto e compiano un gesto semplice e dignitoso: dimettendosi e restituendo rapidamente la parola ai sardi". 

BARRACCIU (PD): UNA SOLA DONNA NON BASTA – "La sentenza parla di rispetto dell’equilibrio, il presidente Cappellacci non creda di risolvere tutto con la nomina di una sola donna. Siamo pronti ad un nuovo ricorso", ha detto Francesca Barracciu (Pd), promotrice del ricorso al Tar contro la nomina della Giunta Cappellacci, commentando la decisione dei giudici amministrativi hanno dato ragione alle tante associazioni femminili che hanno contestato i decreti di nomina.

RITA CORDA (PD): GIORNATA STORICA – Per il consigliere provinciale di Cagliari Rita Corda (Pd) e’ una bella vittoria per tutte le donne: "L’Italia ha principi e leggi che devono essere applicate – ha detto – e questo afferma la sentenza. E’ l’occasione anche per lanciare la riforma elettorale con la doppia preferenza di genere"

3 agosto 2001

www.rosarossaonline.org

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