Una media del 35% di presenze in meno, con picchi del 55%, rispetto alla scorsa stagione – una media del 20% di personale che quest’anno non ha rivisto la conferma del proprio lavoro oppure che, nei casi migliori, ha visto il suo contratto ridimensionato …
Esiste un settore imprenditoriale in Sardegna che fino a qualche tempo non conosceva crisi. Anzi di fronte alle difficoltà economiche, siano esse globali siano esse locali, ha mostrato sempre risultati positivi anno per anno, infondendo a tutte le attività locali un senso di positività tanto importante in questo momento.
Imprese cooperative che gestiscono aree campeggi, associate alla Legacoop Nuoro e Ogliastra, che ogni anno impiegano oltre 150 addetti, oltre 250 mila presenze nelle loro strutture e un fatturato complessivo prossimo ai 5 milioni di euro. A fronte di questi dati ottenuti al termine dello scorso anno, adesso a stagione inoltrata, qual è la situazione?
Ad oggi, perché di certo sono numeri destinati a salire a stagione conclusa; sono dati che fanno allarmare tutti noi, le cooperative in primis che da anni garantiscono un servizio di qualità a migliaia di turisti.
Sono dati che devono impensierire tutte le istituzioni, dal Comune, alla Provincia fino all’Amministrazione Regionale e al Governo Nazionale.
Una fetta importante del reddito di centinaia di lavoratori sta scomparendo come sta scomparendo la fiducia di noi stessi nelle istituzioni forse poco attente nel prevenire e gestire tali difficoltà.
Qualche mese fa abbiamo consegnato il futuro della stagione turistica nelle mani di pochi pseudo armatori capaci solo di sfruttare in maniera speculativa la nostra amata isola.
Non possiamo restare con le mani in mano, abbiamo necessità di muoverci e di cercare delle risposte, abbiamo la necessità di veder presi degli impegni per salvare quello che ancora si può salvare, di certo non per questa stagione ma per le prossime che verranno.
Per questo ci rivolgiamo alle istituzioni, ci rivolgiamo a chi dovrebbe essere dalla nostra parte, dalla parte dei lavoratori.
Non possiamo permettere che un altro settore imprenditoriale scompaia in una terra come la nostra, già troppo funestata da una continua moria di attività economiche.