La forte discontinuità richiesta da imprese, banche e sindacati
La forte discontinuità richiesta da imprese, banche e sindacati

Iimprese, banche e sindacati esprimono preoccupazione per andamento mercati finanziari e chiedono alla politica ed alle istituzioni una “forte discontinuità” per far recuperare al Paese la credibilità perduta. Segue …

Una forte discontinuità per recuperare immediatamente la credibilità perduta e per realizzare un progetto di crescita del nostro Paese che assicuri la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione. È la richiesta espressa in un appello congiunto che è stato diffuso, il 27 luglio, da Abi, Alleanza delle Cooperative Italiane, Cgil, Cia, Cisl, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria, Rete Imprese Italia, Ugl.

Questo il testo dell’appello.

"Guardiamo con preoccupazione al recente andamento dei mercati finanziari.

Il mercato non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell’Italia. Siamo consapevoli che la fase che stiamo attraversando dipende solo in parte dalle condizioni di fondo dell’economia italiana ed è connessa a un problema europeo di fragilità dei paesi periferici. A ciò si aggiungono i problemi di bilancio degli Stati Uniti.

Ma queste incertezze dei mercati si traducono per l’Italia nel deciso ampliamento degli spread sui titoli sovrani e nella penalizzazione dei valori di borsa. Ciò comporta un elevato onere di finanziamento del debito pubblico ed un aumento del costo del denaro per famiglie ed imprese.

Per evitare che la situazione italiana divenga insostenibile occorre ricreare immediatamente nel nostro Paese condizioni di fiducia e ripristinare la normalità sui mercati finanziari con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori.

A tal fine si rende necessaria una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti ed una forte discontinuità capace di recuperare immediatamente la credibilità perduta, e di realizzare un progetto di crescita del nostro Paese che assicuri la sostenibilità del nostro debito e la creazione di nuova occupazione."

 

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