L’Istituto Europeo per la Parità di Genere (Eige) pubblica un interessante e drammatico documento, in cui si elencano 100 ineguaglianze e disparita’ che ancora oggi segnano la vita di donne, comunità e società. Segue …
Ecco alcune delle 100 diseguaglianze elencate nel documento:
nel 2008 il tasso UE di disoccupazione delle donne è stato dello 0,9% maggiore di quello degli uomini;
il 31% delle donne UE occupate lavorano a tempo parziale (uomini 7,4%);
nel 2010 solo il 3% delle donne era Presidente di impresa e il 12% consigliere di amministrazione;
il tasso di rischio povertà per le donne nel 2007 è stato del 17% (uomini 15%);
le donne dell’UE hanno redditi da pensione più bassi della media;
circa il 20-25% delle donne ha subito violenza fisica una volta nella propria vita;
nel 2008 le donne con bambini sotto i 12 anni avevano un tasso di occupazione nettamente inferiore a quelli senza: rispettivamente 67% e 78% con una differenza negativa del 15%;
le donne con disabilità sono sottorappresentate nei processi democratici e decisionali, nonché nelle attività creative, di cultura e sport;
nella maggior parte dei Paesi UE le donne migranti sono meno presenti nel lavoro delle donne non migranti (-30% ) e per 2/3 in lavori poco qualificanti;
circa il 30% delle donne in età lavorativa con responsabilità di cura sono economicamente non attive, oppure lavorano a tempo parziale a causa della mancanza di servizi di cura per i bambini e le persone a carico;
l’84% degli uomini che hanno uno o più figli, o la loro compagna/moglie è in attesa di un bambino non hanno usufruito di un congedo parentale;
nel 2008 le donne sono state pagate in media il 17,5% in meno degli uomini; la retribuzione oraria media UE è di 8,58 euro per le donne e di 10,43 euro per gli uomini;
la percentuale delle studentesse (55%) e delle laureate (59%) supera quella degli studenti maschi ma è più basso tra gli studenti di dottorato di ricerca (48%);
le donne rappresentano solo il 36% dei laureati in scienze, matematica, informatica, ingegneria;
nell’UE in media solo il 22% dei membri del consiglio di università e istituti di ricerca è donna;
le donne rappresentano meno del 25% dei titolari di dottorato di ricerca e solo il 19% dei docenti di grado A nelle università pubbliche sono donne;
le donne rappresentano solo il 16% degli esperti ed il 14% dei portavoce;
in UE le donne sono al centro delle notizie solo per il 10% del tempo e nelle notizie solo il 10% dei politici europei sono donne;
il 38% dei personaggi femminili dei videogiochi è scarsamente vestito;
le donne, soprattutto le più giovani, sono più vulnerabili alle malattie a trasmissione sessuale rispetto agli uomini e le conseguenze sono più gravi per loro.
A dispetto dei progressi fatti nel tempo, attraverso la lotta per i diritti e per il riconoscimento dei diritti di donne come diritti umani, troppi e tanti ostacoli si frappongono, ancora, alla piena affermazione delle donne nella vita privata, nella societa’, nel lavoro, nelle dinamiche di partecipazione.
Anche Eurostat, in occasione della giornata internazionale della donna, mostra una societa’ europea ancora iniqua per le donne.
Donne che troppo spesso sono costrette a fronteggiare la scelta tra maternita’ e lavoro, con una relazione figli-occupazione opposta a quella maschile.
Donne europee che sono meno e peggio pagate, non rappresentate equamente in politica ed economia, scienze e ricerca e soprattutto ancora costante oggetto di violenza. Il documento propone interessanti spunti di riflessione e indica la assoluta’ necessita’ di rilanciare la questione di genere con un approccio sistematico, in cui la parita’ di genere guidi in modo coerente, sostenibile e sensibile le politiche del lavoro, della conciliazione, della formazione e del welfare.
Per ulteriori informazioni: http://eige.europa.eu/