L’economia sociale può creare nuove opportunità di lavoro in Sardegna. Una prospettiva discussa il 29 novembre a Cagliari nel convegno “Altri Scenari”.
Il convegno è stato l’occasione per presentare i risultati dell’omonimo progetto biennale finanziato dal ministero del Lavoro e basato sulla sperimentazione, a partire dalla provincia di Nuoro, di un modello innovativo mirato al rafforzamento del tessuto regionale dell’economia sociale.
<<Questo progetto ci ha permesso di progettare con elasticità e delineare i percorsi formativi solo dopo circa 500 colloqui con gli interessati», afferma Gabriella Longu, direttore generale di Isfor Api, ente che, in associazione temporanea di scopo con Lariso, Api Sardegna e Mcg, ha dato vita a tre interventi formativi, a un corso di alta formazione sul no profit e “fundraising” (raccolta fondi), a percorsi di accompagnamento alla creazione di impresa, ad attività di sensibilizzazione, a un concorso nelle scuole e a una ricerca sull’economia sociale nell’Isola. «L’economia deve essere regolata da principi etici e trovo questa iniziativa importante sia per come il pool di soggetti coinvolti ha lavorato, che per la metodologia applicata», dichiara l’assessore regionale al Lavoro Franco Manca cogliendo poi l’occasione per annunciare che presto ci sarà una delibera con i nuovi criteri di accreditamento per la formazione in Sardegna. LA FOTOGRAFIA In base ai dati Istat, le cooperative sociali attive nell Isola a dicembre 2005 (sono gli ultimi dati disponibili) sono 484, con un aumento del 64,1 per cento rispetto al 2003. Da evidenziare che è l’incremento percentuale più cospicuo sul territorio nazionale. Se invece si analizzano i dati per fonte prevalente di finanziamento, si registra una prevalenza di fonte pubblica, per l’80 per cento, rispetto a quella privata. «L’economia sociale deve essere in grado di trovare risorse non pubbliche e di autofinanziarsi», sottolinea Gianni Solfrini di Mcg, prospettando un futuro di professionisti del settore. «Bisogna rivedere il ruolo dell’economia sociale, che per ora concorre al Pil per il 2,5 per cento, pensando anche ai nuovi mercati come agricoltura sociale e turismo sociale proprio per costruire opportunità di lavoro stabile», la considerazione di Pino D’Antonio, responsabile per Lariso, capofila di progetto,
Notizia tratta dal’Unione Sarda del 30 novembre 2010