Le forbici di Tremonti sui Comuni sardi. Giulio Calvisi (Pd): In due anni tagli per 136 milioni ai centri con più di 5mila abitanti.
Tagli ai servizi essenziali per i bambini, gli anziani, le parti più disagiate della popolazione. Una profonda revisione (al ribasso) delle ipotesi di investimento per opere pubbliche. Questi, secondo il deputato Giulio Calvisi (Pd), componente della commissione Bilancio della Camera, gli effetti sui Comuni sardi della manovra finanziaria firmata dal ministro Giulio Tremonti.
Calvisi analizza la situazione di 59 Comuni sardi sottoposti al Patto di Stabilità: nei prossimi due anni il taglio netto di trasferimenti dello Stato sarà di 136 milioni. «Se si sommano i quasi 40 milioni tolti alle Province dalla stessa manovra, complessivamente il sistema delle autonomie locali in Sardegna nel 2011 e 2012 ha un taglio netto di trasferimenti da parte dello Stato di oltre 170 milioni di euro».
In più l’obiettivo di raggiungimento dei saldi imposto dall’attuale manovra e dal decreto 133 del luglio 2008 comporterà per i sindaci dei Comuni sardi una riduzione della spesa complessiva pari a 258 milioni di euro nei prossimi due anni. Questo, sottolinea il parlamentare del Pd, mentre il sistema degli enti locali ha dimostrato di essere più virtuoso dell’amministrazione centrale: tra il 2004 e il 2009 la spesa complessiva al netto degli interessi (spesa primaria) è aumentata del 10,7% nei Comuni, del 6,8% nelle Province e del 29,9% nelle amministrazioni centrali. Nel 2009, nonostante la crisi economica (e a differenza di quanto accaduto nelle amministrazioni centrali), i comparti dei Comuni e delle Province hanno migliorato sia il saldo primario sia l’indebitamento netto.
La manovra Tremonti, aggiunge Calvisi, avrà effetti drammatici in Sardegna «dopo la catastrofe finanziaria che si sta abbattendo sulla Regione in virtù del blocco di due miliardi e 250 milioni di fondi Fas, del mancato trasferimento di un miliardo e 600 milioni dovuti alla Sardegna per l’entrata a regime dell’accordo sulle entrate Prodi-Soru contenuto nella finanziaria 2007, dopo il mancato trasferimento delle stesse entrate ordinarie da parte dello Stato (solo un miliardo e mezzo versato alla Regione a fronte dei quasi 7 che dovevano essere trasferiti)».
I sindaci sardi, continua Calvisi, saranno costretti a rivedere drammaticamente le proprie previsioni di spesa sia di parte corrente sia in conto capitale: quindi, sforbiciate ai servizi essenziali e agli investimenti in opere pubbliche, «senza distinguere fra chi ha amministrato bene e chi invece non lo ha fatto. Inoltre, moltissimi esperti di finanza locale quantificano intorno al 5/6 per cento la riduzione delle entrate proprie dei Comuni in conseguenza del peso della crisi economica e finanziaria. Tale cifra corrisponde a una riduzione ulteriore di entrate proprie dei Comuni calcolabile attorno a 30/40 milioni di euro. Non è possibile mettere in ginocchio in questo modo i Comuni sardi. Occorre non rassegnarsi a questo stato di cose e far sentire la voce dei rappresentanti della Sardegna a Roma. La manovra non è stata ancora approvata, c’è tempo per renderla meno iniqua. La Regione Sardegna batta un colpo, esca dal mutismo e dal silenzio».
Nella tabella a fianco si fa riferimento all’impatto della manovra su tutti i Comuni della Sardegna al di sopra dei 5000 abitanti, quelli obbligati cioè al rispetto del Patto di Stabilità che sono colpiti dalla riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato. «A questi tagli – ricorda Calvisi – vanno aggiunte naturalmente le ulteriori riduzioni che i Comuni potranno avere in virtù della manovra correttiva regionale quantificata dalla giunta in 360 milioni di euro».
La Nuova Sardegna – Sabato, 3 Luglio 2010
Nel documento allegato, tutti i numeri della manovra finanziaria in Sardegna.