La riunione dei Ventisette che si terrà a Bruxelles giovedì 18 febbraio potrebbe essere l’occasione per creare una forma di governo economico europeo. Un’idea che nonostante la storica opposizione di alcuni stati membri appare sempre più inevitabile.
“Non c’è niente di meglio, ogni tanto, di una buona crisi. Porta allo scoperto ciò a cui non si era pensato prima, quando con le migliori intenzioni ci si era impegnati in un progetto a lunga scadenza”. Talvolta, come scrive Dieter Wermuth nel suo blog sulla Zeit-Online, “occorre fare di necessità virtù”. I rischi che incombono sulla zona euro potrebbero dunque indurre l’Unione Europea a dar vita a un abbozzo di governo economico.
“L’Unione monetaria non può accontentarsi di un semplice ‘Andiamo avanti’”, assicura Wermuth. Occorrono nuove garanzie, altrimenti il progetto dovrà essere abbandonato. “Un’unione monetaria non può prescindere da una politica finanziaria comune o, per meglio dire, da un’unione politica”. Da questo punto di vista, si rallegra il giornalista, il fatto che “Bruxelles abbia messo sotto protezione la Grecia è un primo passo nella direzione giusta”.
La necessità di un coordinamento
Il fatto è che “Parigi, Londra e Berlino non hanno mai parlato veramente di come coordinare le politiche economiche dell’Unione”, sostiene Bernard Guetta su Libération. “In un istante, gli attacchi speculativi contro gli anelli deboli della catena dell’Unione sono riusciti a far mettere all’ordine del giorno l’idea di una ‘governance economica comune’, espressione che evidenzia l’estrema resistenza opposta alla necessità di un governo comune per un’istituzione che ha già una moneta unica, istituzioni comuni, una Banca centrale, elezioni, un Parlamento e un mercato comuni, ma non un fisco né una politica economica comuni”.
Questa evoluzione ha già prodotto provvedimenti inaspettati. “Spettacolare dietrofront: la Germania vuole aiutare la Grecia a secco di contanti", titola il Financial Times Deutschland notando che Berlino sta meditando una soluzione europea al problema, ma non esclude di farsi unica paladina della priorità assoluta: la stabilità dell’euro.
Vade retro, Fmi
Più in generale, assicura Le Figaro, i paesi della zona euro avrebbero abbozzato un accordo di principio per aiutare la Grecia, che sarà presentato l’11 febbraio, in occasione della riunione informale dell’Ecofin. “Il salvataggio della Grecia potrebbe assumere la forma di aiuti bilaterali, ovvero di prestiti eccezionali” sottoposti a severe condizioni. Numerosi paesi avrebbero dato la loro disponibilità, in primis la Germania, l’economia più forte della zona euro.
Un’altra opzione allo studio, secondo Le Figaro, prevede “garanzie di prestito a favore della Grecia nel contesto di fondi europei”. Tali provvedimenti, spiega Le Monde, permetterebbero di evitare che la Grecia si rivolga al Fondo monetario internazionale per ridurre il proprio indebitamento. Un intervento che sarebbe vissuto come un’umiliazione e come il segno dell’impotenza dell’Unione europea.
Il piano di Van Rompuy
Resterebbe soltanto da capire chi debba essere responsabile del nuovo questo governo economico. The Independent rivela che Herman Van Rompuy “si serve della crisi finanziaria per tentare di impossessarsi del controllo sui bilanci nazionali”. Il quotidiano londinese ha avuto accesso a un allegato confidenziale alla lettera di convocazione dei dirigenti europei al vertice di Bruxelles. “Che si parli di coordinamento delle politiche o di governo economico, soltanto il Consiglio europeo può fornire e mantenere una strategia europea comune per favorire la crescita e l’occupazione” scrive il presidente del Consiglio, che aggiunge che la crisi ha “messo in luce i punti deboli dell’Europa”.
“I progetti di bilancio, i programmi delle riforme strutturali e i rapporti in materia di cambiamento del clima dovrebbero essere presentati contemporaneamente alla Commissione”. Come spiega un insider di Bruxelles, “al momento l’idea prevalente è mettere sotto controllo tutte le economie europee. Questa settimana saranno prese decisioni importanti”.(ab)