L’Ue: deficit sotto il 3% entro il 2012
L’Ue: deficit sotto il 3% entro il 2012

Bruxelles gela l’Italia: «Azioni concrete per il debito». Un anno di tempo in più per la Francia, la Spagna e la Germania.

L’Italia dovrà riportare il suo deficit al di sotto del 3% entro il 2012, procedendo ad una correzione annuale sostanziosa e più che doppia rispetto allo 0,5% indicato dal Patto di stabilità e di crescita. È quanto si prepara a chiedere la Commissione europea, che mercoledì presenterà le sue raccomandazioni agli Stati membri che hanno una situazione di deficit eccessivo. 

All’Italia, che in base ai dati delle ultime previsioni Ue avrà un disavanzo del 5,3% nel 2009 e nel 2010 e del 5,1% nel 2011 e secondo il governo sarà 5,3% per quest’anno, del 5% nel 2010, del 3,9% nel 2011, del 2,7% nel 2012, è stato concesso un anno in meno rispetto ad altri paesi. Francia, Germania e Spagna sono infatti alle prese con disavanzi ben maggiori: Madrid avrà rispettivamente l’11,2%, 10,1% e il 9,3%, Parigi un 8,3%, seguito da 8,2% per il 2010 e da 7,7% per il 2011, mentre Berlino, dopo il 3,4% del 2009, segnerà il 5% e il 4,6% per il 2010 e 2011. La Francia, che ha annunciato che tornerà sotto il 3% nel 2014 invece che nel 2015, conterebbe, secondo quanto si apprende, di riuscire a negoziare un anno in più con la Commissione da qui a mercoledì.


Le raccomandazioni giungono dopo che l’esecutivo comunitario ha fatto il primo passo, il 7 ottobre scorso, per l’apertura di una nuova ondata di procedure per deficit eccessivo, tra cui una nei confronti dell’Italia. La crisi economica e la recessione hanno portato i disavanzi europei a livelli record, con una media di Eurolandia al 6,4% per il 2009, al 6,9% nel 2010 e al 6,5% per il 2011. Ma visto che la crescita è ripartita, seppur in maniera ancora fragile e incerta, le autorità europee hanno indicato il 2011 come data per iniziare la "strategia di uscita" dalle politiche espansive decise per far fronte alla crisi economica. «Con queste previsioni raccomanderò all’Ecofin di confermare che il 2011 è l’anno in cui bisogna iniziare la exit strategy», ha spiegato il commissario per gli Affari economici Joaquin Almunia la settimana scorsa, nel presentare delle stime economiche che indicano un ritorno alla crescita allo 0,7% per il 2010, dopo un -4% per il 2009. «Ma la situazione è diversa tra gli Stati membri e alcuni dovrebbero iniziare prima», ha aggiunto Almunia. 


Nella raccomandazione di mercoledì la Commissione chiederà all’Italia di ridurre ad un ritmo spedito il suo debito, destinato a salire al 114,6% nel 2009, al 116,7% nel 2010 e al 117,8% nel 2011 e già definito «preoccupante» da Almunia.

 

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