E’ morto Gino Giugni
E’ morto Gino Giugni

Gino Giugni è scomparso nella notte, all’età di 82 anni. Giurista, scrisse lo Statuto dei lavoratori. Napolitano: “Uno studioso di altissimo livello, riconosciuto ispiratore di una moderna scuola di diritto del lavoro”.

È morto nella notte a Roma, dopo una lunga malattia, Gino Giugni. Aveva 82 anni: era nato a Genova il primo agosto del 1927. Giurista, nel 1969 diviene presidente della Commissione Nazionale per lo Statuto dei Lavoratori. Ebbe l’incarico di scrivere il testo che è una delle norme principali del diritto del lavoro italiano. 

 

 

Nel maggio del 1983 fu vittima di un attentato delle Brigate rosse. Giugni, come in seguito Massimo D’Antona e Marco Biagi, è stato "anello di congiunzione" tra le istituzioni e il mondo economico. Sempre nel 1983 viene eletto senatore nelle liste del Partito Socialista Italiano. Ricopre il ruolo di presidente della Commissione per il lavoro e la sicurezza sociale, e diviene membro della Commissione Parlamentare Inquirente sulla Loggia Massonica P2.  Nel 1987 viene rieletto senatore, ed è riconfermato presidente della Commissione per il lavoro e la sicurezza sociale e diviene membro della Commissione Parlamentare per le Riforme Istituzionali.

Dal 1993 al novembre 1994 Giugni è presidente nazionale del Psi e dall’aprile del 1993 al maggio 1994 ricopre la carica di ministro del Lavoro e della sicurezza sociale del governo Ciampi.  Nel `94 viene eletto deputato del Partito Socialista e diviene membro della Commissione per l`impiego pubblico e privato. Dal novembre 1994 è presidente del gruppo dei Socialisti Italiani. Viene nominato presidente della Commissione di vigilanza sul diritto allo sciopero.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato alla famiglia un messaggio con il quale partecipa "con profonda commozione al cordoglio del mondo della cultura, del mondo del lavoro e delle istituzioni per la scomparsa di Gino Giugni. E’ stato uno studioso di altissimo livello, riconosciuto ispiratore di una moderna scuola di diritto del lavoro, e allo stesso tempo é stato, ancor prima di approdare in Parlamento e al governo, promotore di una legislazione sociale avanzata culminata nello Statuto dei diritti dei lavoratori. Pagò il suo impegno democratico – ha ricordato Napolitano – con la vile aggressione del terrorismo brigatista che colpì gravemente il suo fisico. Gino Giugni, al quale sono stato legato da una larga comunanza di idee e da una schietta amicizia personale, resta esempio di appassionata dedizione allo Stato democratico e di assoluta coerenza e integrità. Sono vicino con affetto al dolore dei famigliari".

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