Internet muove la Cina
Internet muove la Cina

Usando la rete i cinesi hanno imparato a sentire opinioni diverse, scrive Li Datong. Nasce così una nuova società civile.

L’8 giugno 2009 il ministero dell’industria e dell’informazione tecnologica cinese ha annunciato che a partire dal 1 luglio tutti i produttori di computer devono installare nei pc venduti in Cina un filtro per il web chiamato Diga verde, per “difendere la salute mentale dei giovani”. 
Il provvedimento ha scatenato una vera e propria rivolta. Gli utenti di internet più esperti hanno subito scoperto come funziona: il software contiene una lista di parole da filtrare, tra cui duemila collegate alla pornografia, e seimila alla politica. Alcuni intellettuali hanno chiesto di rendere pubblico il metodo con cui sono prese queste decisioni politiche, per poterne controllare la legalità.
Ma la cosa più interessante è stata la “Dichiarazione 2009 degli utenti anonimi”, che comincia con un saluto ai censori e prosegue descrivendo la rete come una forza inarrestabile della storia. Il documento contiene anche una sfida: “Per affermare la libertà di internet, per aumentare la sua diffusione, e per difendere i nostri diritti, saboteremo il vostro meccanismo di censura, dimostrando la sua inefficacia”.
Dopo le critiche sia dall’interno sia dall’estero, il 30 giugno il ministero ha annunciato che avrebbe rinviato il provvedimento. Ma è chiaro che in realtà ci ha rinunciato. Distruggendo la Diga verde, gli utenti cinesi di internet hanno ottenuto la loro vittoria più grande.

Testo integrale disponibile in allegato.

 

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